La Bce fa i conti con l’impatto della guerra

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L’invasione dell’Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin ha aggiunto un ulteriore livello di complessità alle decisioni che i responsabili politici della Banca centrale europea dovranno prendere giovedì prossimo.

Si erano trovati già a gestire i dati sull’inflazione record e la fragile ripresa dall’impatto della pandemia di coronavirus: ora i 25 membri del board della banca devono fare i conti con l’impatto della guerra ai confini della zona euro.

Il ritmo dell’aumento dei prezzi al consumo si è intensificato a febbraio: l’inflazione è passata al 5,8% dal 5,1% del mese precedente, segnando un nuovo massimo storico per la zona euro. Il picco è stato spinto in gran parte dall’impennata dei prezzi dell’energia, presa nel mezzo del conflitto con la Russia, uno dei principali fornitori dei paesi europei.

Il presidente della Bce Christine Lagarde ha reagito in merito all’invasione del 24 febbraio facendo sapere che la banca centrale avrebbe “preso qualsiasi azione necessaria” per stabilizzare l’economia della regione dell’euro. I prezzi del gas e del petrolio “probabilmente nel breve termine aumenteranno l’inflazione”, ha detto, sostenendola più a lungo di quanto la banca avesse previsto in precedenza.