Sembrava un’ottima notizia: la possibilità di cedere il credito è fondamentale perché rende possibile usufruire dei bonus edilizi anche a chi ha una limitata capienza fiscale. Invece i nuovi limiti disposti da Poste Italiane escludono le seconde cessioni e limitano la possibilità di cedere il credito alle sole persone fisiche fino a un importo massimo di 150 mila euro.
La scelta di Poste che, voglio ricordare, è partecipata per il 29,3% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e per il 35% da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), a sua volta controllata dal MEF, è inspiegabile. Siamo di fronte a un gravissimo paradosso: lo Stato attraverso le sue partecipate non partecipa, anzi ostacola il meccanismo del Superbonus rischiando di condannare al fallimento migliaia di imprese e fornitori che hanno creduto nelle istituzioni e che ora si ritrovano senza liquidità per terminare i lavori, con i creditori e dipendenti che bussano alle loro porte per riscuotere, con tasse da pagare, bollette di utenza esorbitanti e la concreta difficoltà di provvedere al sostentamento familiare.
La situazione appare ancora più assurda in un momento come questo in cui il nostro Paese sta affrontando un’insostenibile impennata dei prezzi energetici e a maggior ragione, avrebbe bisogno di una vigorosa spinta all’efficientamento energetico.



