Cala consumo antibiotici ma ancora troppe prescrizioni inappropriate

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Nel 2020 il consumo complessivo, pubblico e privato, di antibiotici in Italia è stato pari a 17,7 dosi per die ogni mille abitanti, in forte riduzione rispetto al 2019 (-18,2%).

Con 692,1 milioni di euro gli antibiotici hanno rappresentato il 3% della spesa e l’1,2% dei consumi totali a carico del SSN. E’ quanto evidenziano i dati del Rapporto Nazionale Aifa sull’uso degli antibiotici in Italia.

Quasi l’80% delle dosi totali (13,8 dosi/1000 abitanti die) – si legge – è stato erogato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), con una riduzione del 21,7% rispetto al 2019; questo dato comprende sia gli antibiotici erogati in regime di assistenza convenzionata (dalle farmacie pubbliche e private) sia quelli acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche”.

“Nel 2020 il 26,2% (nel 2019 era il 40,9%) della popolazione italiana fino ai 13 anni di età ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici sistemici, con una media di 2 confezioni per ogni bambino trattato, in forte diminuzione rispetto al 2019”. “Il maggior livello di esposizione si rileva nella fascia compresa tra 2 e 5 anni, in cui circa un bambino su tre riceve almeno una prescrizione di antibiotici. Il tasso di prescrizione è superiore nei maschi rispetto alle femmine soprattutto nella fascia 0-1 anno”. Inoltre, “quasi il 45% della popolazione ultrasessantacinquenne ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici sistemici, con il Sud che registra i valori di esposizione maggiori (56,5%), seguito dal Centro (46,8%) e dal Nord (33,4%)”.

“Nel 2020, a livello nazionale, il consumo ospedaliero di antibiotici è stato pari a 92,1 DDD/100 giornate di degenza, con un aumento del 19,3% rispetto al 2019. Le categorie di antibiotici più utilizzate a livello ospedaliero sono, in ordine decrescente, le cefalosporine, i carbapenemi, i monobattami, le penicilline e i macrolidi”.