Aumenti consistenti che si traducono in un carrello della spesa più salato soprattutto per pane, pasta e prodotti legati al mais. Rincari che vanno ad aggiungersi alle già ‘pesanti’ bollette di luce e gas.
Se nei giorni immediatamente successivi allo scoppio del conflitto russo-ucraino i forti rialzi dei prezzi dei cereali, semi oleosi e prodotti derivati (farine, oli) erano stati causati dall’interruzione degli approvvigionamenti provenienti dall’Area del Mar Nero, le notizie del blocco alle esportazioni deciso dall’Ungheria, primo paese fornitore dell’Italia sia di grano tenero che di mais e dell’aumento precauzionale degli stock da parte della Bulgaria, hanno provocato nelle giornate di lunedì 7 e martedì 8 marzo un’ulteriore impennata nel mercato italiano, con rincari record nei listini delle Camere di commercio e Borse Merci nazionali.


