Con questa decisione si spalanca la strada alla consegna oltre oceano, dove il fondatore australiano di WikiLeaks rischia una pesantissima condanna per aver contribuito a diffondere documenti riservati.
Per il 50enne attivista australiano (inseguito da oltre un decennio dalle autorità Usa per aver contribuito alla diffusione dal 2010-2011 di una montagna di file classificati sottratti agli archivi Usa, Pentagono incluso, e a svelare prove di crimini di guerra commessi tra Afghanistan e Iraq) si è trattato dell’epilogo più prevedibile.



