Pensiero unico in tv: la Rai censura Orsini

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Nel corso degli anni la Rai ha offerto diritto di tribuna a dittatori e criminali senza che nessuno battesse ciglio. E senza, soprattutto, che nessuno venisse licenziato.

Ricordo che nell’aprile di molti anni fa Paolo Bonolis intervistò un serial killer durante il programma pomeridiano di maggior ascolto, incurante della reazione dei parenti delle vittime. A protestare furono solo i giornalisti, ma più perché il conduttore non era iscritto all’Ordine professionale dei cronisti che per via del fatto che l’intervista non aveva consentito un vero contraddittorio ed era andata in onda all’ora di punta, tra telepromozioni e balletti.

A Bruno Vespa nessuno ha mai impedito di mandare in onda i colloqui con Gheddafi o con Saddam Hussein e quando qualcuno provò a protestare cercando di far saltare la puntata del suo programma s’impuntò, costringendo la Rai a togliere il veto. Monica Maggioni, attuale direttrice del Tg1 e in passato presidente della tv pubblica, ha intervistato più volte Bashar Al Assad, nonostante il presidente siriano fosse accusato di usare il gas nervino contro i ribelli.

Sì, insomma, sugli schermi del servizio pubblico nel corso degli anni sono passati fior di canaglie e sono certo che se domani Vladimir Putin volesse concedere un’intervista, a Saxa Rubra, sede dei tg di viale Mazzini, sgomiterebbero in tanti.