Tra quelli, uno scambio duro di considerazioni tra il presidente della Regione Liguria, Toti, ed il presidente dell’Anpi genovese, Bisca. Sicuramente molti ne hanno già saputo, ma in breve: Toti sostiene un parallelo tra il diritto a difendersi degli ucraini (e di noi italiani ad armarli) con la Resistenza che in Italia come altrove ha contrastato le forze nazifasciste; Bisca replica rammentando un’Italia di allora complice dei nazisti, contro cui i partigiani hanno combattuto, in una dinamica che poco può paragonarsi alla situazione ucraina. Oltre a ciò, non dimenticare le negligenze delle forze politiche attualmente a governo della Regione in materia di memoria antifascista e contrasto alla apologia di fascismo.
Cumpanis Genova è solidale con l’Anpi. La cosa più sbagliata è chiamare in causa la terribile storia della Seconda Guerra Mondiale ad ogni occasione. Il rischio, che già si sta realizzando sotto i nostri occhi, è di dimenticare le caratteristiche uniche di quell’enorme conflitto, fondamentali per capire il valore della Resistenza. In quegli anni Quaranta c’erano potenze pronte a tutto per costruire un mondo di gerarchie razziali, senza alcun solido fondamento scientifico e morale, dove alcuni avevano un diritto alla vita ed altri no, dove alcuni sentivano di dovere “ripulire” la propria nazione dalla “degenerazione”. Quelli erano i nazisti, con la complicità fascista in Italia e non solo. Ci sono oggi queste caratteristiche? No.
Rifiutare il parallelo tra combattenti ucraini e partigiani italiani è doveroso. Abbiamo la certezza che la difesa della nostra Costituzione, antifascista, passi anche nella lotta contro chi, elogiando superficialmente la Resistenza, allo stesso tempo è pronto a raccontarci che i neonazisti ucraini siano solo dei genuini appassionati del filosofo Kant. Direttivo Associazione politico culturale Cumpanis Genova Savona e Imperia



