Continua la tragedia ucraina

0
35

Tragedia che è innanzitutto umanitaria con un carico di morte e dolore inaccettabile.
Ma c’è anche una forte dimensione politica.
Siamo in presenza di quello che Giorgio La Pira avrebbe chiamato “tornante della storia”: è in gioco il futuro dell’Europa, l’equilibrio geopolitico mondiale, il ruolo della Nato.

Davanti a questi problemi, occorre una grande intelligenza politica per recuperare il recuperabile e costruire il domani. I cittadini che vedono certe immagini possono lasciarsi andare a emozioni e reazioni, chi fa politica ha il dovere di trovare una soluzione.
Un cessate il fuoco è la priorità: si può fare solo mettendo allo stesso tavolo i contendenti e, per questo, la de-escalation, anche verbale, è fondamentale.

Le responsabilità sono chiare: Putin è l’aggressore, il popolo ucraino l’aggredito. Ma una volta che abbiamo detto e ribadito il concetto, senza giustificazionismi di sorta, serve lavorare per costruire la pace. Qualcuno dice che non bisogna dialogare e che non è questo il tempo della diplomazia. Io penso che sia sempre il tempo del dialogo, perché senza dialogo non c’è pace. E se non c’è pace, i bambini ucraini continuano a morire.
Questo è il motivo che mi ha spinto a esprimere pubblicamente tutto il mio apprezzamento per il lavoro, difficile ma serio, che sta facendo il Presidente Macron, anche rispetto a certe posizioni molto più dure che arrivano dai nostri amici e fratelli americani.

A chi mi dice: “Matteo, ti vorremmo più in TV sulla questione ucraina”, do appuntamento a giovedì, quando sarò ospite di Myrta Merlino alle 13. Ma dico anche che non è facile discutere di temi così drammaticamente strategici in talk televisivi, tra una pubblicità e l’altra.
Siamo circondati da persone che preferiscono gli slogan ai ragionamenti.

Prendete, ad esempio, Conte. Per avere un like in più, nel difficile confronto elettorale che deve portarlo a fare il leader dei Cinque Stelle (una storia incredibile: è l’unico candidato, si confronta con la sua ombra, ma non riesce a farsi eleggere perché sbagliano le regole e perdono i ricorsi), Conte ha minacciato la crisi di governo in caso di aumento delle spese militari.

Quelle stesse spese militari che Conte ha aumentato più di noi e che si è ulteriormente impegnato ad aumentare nei vertici Nato cui ha partecipato. Però perché adesso ha cambiato idea? Perché usa il dramma ucraino a fini interni: questo è lo stile politico dei populisti, tutto si riduce a un tweet senza approfondimento.

E, dunque, Conte per avere un po’ di consenso spara a zero contro le spese militari italiane. Però sulle spese militari russe in Italia lo stesso Conte e l’intero Movimento Cinque Stelle rifiutano di fare chiarezza con la commissione di inchiesta sul Covid che Italia Viva ha proposto e che nessuno vuole, chissà perché. Le spese militari evidentemente vanno bene solo se pagano le missioni dei soldati russi