La subvariante denominata per esteso Omicron BA.3 è stata rinvenuta ad Israele. Si tratta di un incrocio delle subvarianti BA.1 e BA.2, molto simili tra loro e al momento non si può ancora delineare il profilo di aggressività della nuova mutazione.
In questo momento, nel nostro Paese, oltre il 95% delle infezioni è data da Omicron 2.
I sintomi
Le terapie
Le terapie si possono oggi avvalere dei farmaci antivirali, che hanno un ampio spettro di azione contro i coronavirus, e gli anticorpi monoclonali. Questi farmaci vanno somministrati generalmente alla prima insorgenza dei sintomi e la somministrazione avviene in ambito ospedaliero.
Il vero problema, sottolinea il presidente della Società Italiana di Virologia Arnaldo Caruso, è che “alcuni monoclonali che funzionavano bene per Omicron 1 sembrano non essere efficaci per Omicron 2. Questa è una grande difficoltà che si incontra nel trattamento dei pazienti fragili in un momento in cui questa subvariante tende a dominare la scena”.


