Remuzzi: “Perché essere ottimisti”
Intervistato dal Corriere della Sera, ha in primis confrontato il Covid con l’influenza russa scoppiata a San Pietroburgo nel 1889. L’infezione provocava una polmonite severa, uccideva soprattutto gli anziani, ed è rimasta aggressivo per alcuni anni (e tre ondate). Poi, ha spiegato, pur senza vaccini e farmaci per contrastarlo, si è spento. Altro elemento a favore è la discesa dei casi che dovrebbe iniziare a metà aprile e proseguire fino a luglio, anche grazie alla bella stagione.
Tra le ragioni di ottimismo, Remuzzi ha poi citato:
il fatto che la popolazione sia quasi completamente infettata o vaccinata, il che comporta l’esistenza di un’immunità diffusa che consente di affrontare eventuali nuove mutazioni con una base protettiva importante;
la tendenza di Omicron a localizzarsi generalmente nella parte alta delle vie respiratorie, risparmiando bronchi e polmoni;
la presenza, oltre ai vaccini, di antivirali e anticorpi monoclonali.



