Io non voglio toccare i servizi e ovviamente ribadisco che non agiremo per nulla sulle tasse e sui costi. Escludo radicalmente che faremo aumenti, vedremo che soluzione trovare”. Dopo il suo intervento ieri in Consiglio comunale sullo stato finanziario del Comune e le conseguenti richieste di intervento del governo il sindaco di Milano, Giuseppe Sala torna alla carica, chiamando nuovamente in causa Palazzo Chigi.
Un’amarezza che il primo cittadino di Milano non ha ancora avuto modo di esprimere direttamente al presidente del Consiglio, Mario Draghi. “Non ho sentito nessuno del governo – precisa – speriamo che ci diano ascolto. Mi pare che già alcuni sindaci più che esprimere solidarietà e appoggio alle mie parole si sono uniti un po’ in questa richiesta di maggiore attenzione” ha osservato a margine del 170mo anniversario della fondazione della polizia. “Noi siamo in periodi che non possono essere definiti ordinari e quindi anche le regole non possono essere quelle ordinarie.
Pensate alla stranezza, noi abbiamo degli avanzi di amministrazione, dallo scorso anno abbiamo 145 milioni e non possiamo usarli nel bilancio che si fa entro il 31 maggio ma possiamo usarli nel primo assestamento che si fa in giugno. Che senso ha? Di burocrazia si muore quindi troviamo delle formule per poter andare avanti e garantire i servizi ai cittadini. Io non voglio toccare i servizi e ovviamente ribadisco che non agiremo per nulla sulle tasse e sui costi” ha aggiunto Sala. “Escludo radicalmente che faremo aumenti, vedremo che soluzione trovare. Questo è un tema che hanno tutti i sindaci e li vedo in questo momento delusi da regole che non cambiano e che ci penalizzano” ha continuato il sindaco.


