I “valori” dei soliti buoni

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Il premier britannico Boris Johnson che spedisce i richiedenti asilo in Ruanda come pacchi indesiderati.

La Polonia che nega l’aborto alle profughe ucraine stuprate dai soldati russi. Cosa hanno in comune? Sono entrambi pilastri di quel fronte occidentale che si oppone all’aggressione del criminale di guerra Putin invocando la difesa dei valori occidentali. Se volessimo insistere sul tema, potremmo anche citare il sultano turco Erdogan, egli pure membro della Nato e molto attivo (al momento senza risultati visibili) sul fronte della pace. Il che non gli impedisce di attuare la più feroce repressione degli intellettuali che osano dissentire dal regime.

E di bombardare indisturbato i curdi che hanno vinto al posto nostro la guerra contro l’Isis-Daesh. Conosciamo l’obiezione: pur di sconfiggere il nazismo Stati Uniti, Inghilterra e Francia non esitarono ad allearsi con quel tipaccio di Stalin perché il fine giustifica i mezzi, il nemico del mio nemico è mio amico e cose del genere (infatti fino al 24 febbraio, il governo di Varsavia, che ora va benone schierato contro Mosca, rischiava la cacciata dalla Ue in quanto sovranista, populista e un po’ fascista).

Ok, allora però facciamola finita con la retorica ipocrita della santa alleanza (atlantica) scesa in campo a difesa dei “nostri valori” di democrazia e libertà (di cui spesso sentiamo straparlare in tv). Valori che non tutti nel fronte dei buoni condividono alla stessa maniera e quando sappiamo che l’unico che sarebbe abilitato a parlarne seriamente è il popolo ucraino che da 50 giorni difende, con le armi in pugno e tra indicibili sofferenze, il proprio diritto alla libertà e alla democrazia.

Non sarebbe più serio affermare che i cosiddetti valori occidentali sono legati soprattutto al mortale ricatto del gas, energia vitale per le nostre economie, e in qualche modo per le nostre democrazie, seriamente minacciate fino a quando il despota fuori controllo del Cremlino potrà aprire e chiudere i rubinetti a suo piacimento? Infatti, riguardo all’esportazione della democrazia e altre sanguinose amenità del genere, abbiamo già dato.

Antonio Padellaro