E il giorno in cui mi accorsi che la vita è regolata solo dall’istinto, mi arrabbiai.
Da ragazzo, la lettura di un libro di psicologia a divulgazione popolare mi insegnò che la ragione assomigliava ad una botte sulla superfice dell’oceano, e se l’oceano era in tempesta la botte spariva del tutto. In età matura capii che essa è una mirabile funzione evolutiva ma, se usata costantemente al servizio del sentimento, o peggio ancora dell’interesse, poteva tradire il suo compito. Altre volte la ragione assolve la sua missione a meraviglia riuscendo a fondare un orizzonte di valori in cui le altalene del sentimento trovano un quieta collocazione.
Ma la ragione è capace anche di riempire gli uomini di orgoglio. E mentre il sentimento rispetta sempre l’ordine naturale, la coscienza può costruire mondi fittizi che ambiscono a diventare reali. Da qui, una nuova forma di realtà spunta dall’opera della ragione, e prende il nome di giustizia. Con la presunzione di essere ciò che si immagina e non ciò che si “sente” (o che sentono i nostri vicini), il comportamento naturale cede il passo alla morale ed è causa della ribellione alle gerarchie sociali.
Giuseppe Di Maio



