ERMINIO BRAMBILLA – UNIONE CATTOLICA: Fine vita ed eutanasia

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La camera dei deputati ha approvato il provvedimento sul suicidio assistito: arriverà a breve al Senato
La legge prevede che il medico, il personale sanitario e amministrativo o  chiunque abbia agevolato il malato nell’esecuzione della procedura di morte volontaria medicalmente assistita non venga punito. E riconosce il diritto all’obiezione di coscienza del personale sanitario,istituendo i Comitati per la valutazione clinica presso le Aziende Sanitarie territoriali.Il testo riguarda le persone affette da una patologia “irreversibile e con prognosi infausta o da una condizione clinica irreversibile”.
Al Senato questo testo difficilmente potrà essere licenziato e sicuramente ci saranno modifiche.Come Unione Cattolica diciamo a chiare lettere che la vita è indisponibile, la mia e quella degli altri. E’assurdo che sia lo Stato a decidere della vita e della morte. I malati chiedono di non soffrire e non di morire,c’è una bella differenza. Piuttosto che parlare di suicidio assistito bisogna approfondire il tema delle terapie del dolore e finanziare la legge su questo tema .Un welfare che parla di eutanasia è un welfare che si dissolve. Uno stato democratico non può dire che ci sono esistenze indegne di essere vissute. Senza dimenticare che ogni diritto (alla salute, all’istruzione, alla casa ect…) ha bisogno di una condizione per realizzarsi: la vita stessa. Ecco perchè non esiste il diritto di morire.
Una simile idea è assurda! La stessa nozione di “fine vita”dimentica che stiamo parlando di una persona. Lo stravolgimento sta nel fatto che stiamo trasformando il suicidio (atto di somma disperazione) in una forma di speranza. Dopo i tanti morti da Covid, chiusi in casa, per dare priorità alla vita,succede che torna la campagna sull’eutanasia e il suicidio: conferma di un grave strabismo culturale e sociale .Accompagnare le persone che stanno morendo con può coincidere con il dare la morte.
C’è solo il diritto alla vita non il diritto alla morte!