Beni confiscati alle mafie: 600 domande al Sud

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Sono state 605 le domande per accedere alle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la valorizzazione di beni confiscati alla mafia nel Mezzogiorno.

Nel dettaglio, 528 richieste riguardano l’avviso pubblico dal valore di 250 milioni di euro, mentre 77 domande sono rivolte alla partecipazione alla procedura negoziata che assegnerà ulteriori 50 milioni di euro (lo stesso progetto poteva essere presentato anche per entrambi i finanziamenti, ma potrà comunque accedere solo a uno di essi).

Si tratta di un successo di numeri inatteso alla vigilia, che non solo consentirà presumibilmente di raggiungere senza difficoltà il target concordato con la Commissione europea, pari a 200 beni valorizzati entro giugno 2026 (di cui la metà entro giugno 2025), ma ha anche favorito un’accelerazione nel trasferimento delle proprietà confiscate alla mafia alle amministrazioni territoriali, che così hanno avuto l’opportunità di preparare i progetti e partecipare al bando, anche in collaborazione con gli enti del Terzo Settore.

Restituire alle città un numero così significativo di imprese, attività agricole e commerciali, edifici magari trasformati in asili nido o case rifugio, non significa solo metterle a valore. Significa dire alle mafie: lo Stato è tornato, i beni che avete sottratto alla comunità degli italiani vengono restituiti a chi sa e può gestirli nella legalità”, commenta il ministro Mara Carfagna. Il numero maggiore di domande proviene da Campania e Sicilia. Ecco, più precisamente, quante domande sono state presentate dalle amministrazioni di ciascuna regione: