Lavoratori somministrati della sanità: in Umbria riconosciuta l’indennità aggiuntiva Covid

0
8
© Marco Merlini / Cgil Firenze 11 luglio 2016 Un anno fa, un giovane operaio edile è morto sul lavoro, stroncato dal caldo in un cantiere di Firenze. Da allora la Fillea Cgil, gli Rlst (rappresentanti territoriali dei lavoratori per la sicurezza) e gli altri sindacati hanno iniziato un'intensa mobilitazione, che ha coinvolto gli ordini professionali, le istituzioni e le ditte impegnate nei cantieri della città. Questa lunga battaglia ha portato, all'inizio di luglio, all'emanazione da parte della Asl Toscana Centro di una serie di dettagliate linee guida per salvaguardare la salute dei lavoratori nelle giornate particolarmente afose. Si tratta di una sequenza di semplici accorgimenti, ma rappresentano tuttora l'esperienza più avanzata a livello nazionale su un fronte troppo spesso sottovalutato, e possono salvare la vita di molti operai. Nella foto il cantiere “Regione” - Linea 2 Tramvia Firenze (Pausa programmata)
Soddisfazione dei sindacati Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp: si conclude positivamente una vertenza durata quasi 2 anni 

Parità di trattamento per i lavoratori in somministrazione impegnati nel servizio sanitario pubblico umbro: in tutto 95 operatori (infermieri, Oss, assistenti sociali, etc) che finalmente si vedranno riconosciuta l’indennità aggiuntiva Covid di 792 euro già assegnata al personale diretto. È il risultato ottenuto dai sindacati, Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp dell’Umbria, nel recente incontro congiunto con l’assessorato regionale alle politiche per la Salute e il Welfare, Luca Coletto, che ha portato alla delibera della determina n.4689 che riafferma appunto il principio di parità di trattamento per i lavoratori in somministrazione impegnati nel servizio sanitario pubblico.

“Si conclude positivamente una vertenza durata quasi 2 anni dovuta al mancato riconoscimento delle indennità per il personale sanitario in somministrazione, presso le strutture ospedaliere che ospitano i cosiddetti reparti covid – affermano in una nota Vanda Scarpelli (Nidil Cgil), Rocco Ricciarelli (Felsa Cisl) e Roberta Giovannini (Uiltemp) – Un risultato frutto anche e soprattutto delle iniziative di lotta e degli scioperi che sono stati organizzati a livello nazionale e regionale in questo ultimo anno”.
L’origine di questa rivendicazione nasce dal fatto che in quest’ultimo biennio, caratterizzato dal contrasto alla pandemia da covid 19, i molti decreti a sostegno del personale sanitario, anche tramite incentivi economici, hanno visto sempre escluse una platea importante di lavoratori e lavoratrici assunti dalle agenzie di lavoro che, in modo identico, a fianco del personale assunto direttamente nelle strutture del servizio sanitario regionale, hanno meritevolmente dato il proprio contributo, senza però ricevere alcuna riconoscenza.”Ora vigileremo – concludono Scarpelli, Ricciarelli  e Giovannini – affinché nei prossimi mesi le Usl e le Aziende sanitarie, trasmettano alle agenzie di somministrazione l’autorizzazione al pagamento delle cifre suddette a quanti rientrano nei requisiti”.