Il lockdown affonda l’economia cinese e la politica monetaria reagisce

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L’attività industriale e i consumi in frenata, la disoccupazione che sale al 6.1%, vicina al massimo storico (6.2%) di febbraio 2020: questo è quanto emerge dal bollettino che monitora i fondamentali dell’economia cinese e che ha rilevato un crollo del 2.9% della produzione industriale e dell’11% delle vendite al dettaglio in aprile su base annua

Si tratta del dato più basso degli ultimi due anni ed è il risultato di un mix di cause che vanno dall’aumento dei tassi Usa alla guerra in Ucraina per finire ai lockdown per contrastare la diffusione del Covid. Ma c’è un fattore critico ora in grado di creare destabilizzazione sociale ed è rappresentato dall’impennata della disoccupazione: dopo la pandemia la ripresa cinese è stata trainata proprio dalla disoccupazione bassa e da una fortissima bilancia commerciale.

Ora la prima preoccupa la  dirigenza cinese, dato che è salita ad aprile alla soglia del 6.1%, vicinissima al massimo storico di febbraio 2020.

Un altro pericolo viene dalla valuta, dato che lo yuan si trova ai minimi (vs USD) dall’ottobre del 2020, in netta inversione rispetto alla forte tendenza dell’ultimo anno e mezzo. Negli ultimi tempi la valuta cinese ha perso il 7% rispetto al dollaro (sono stati toccati i 6.7924 yuan per un dollaro).

Come si vede la situazione cinese è difficile e complicata; in questo scenario le autorità sia di politica fiscale che regolatoria e monetaria stanno agendo al meglio per arginare e supportare da un lato e per rilanciare dall’altro l’economia e i mercati finanziari con un occhio di riguardo al tema del “bene comune” tanto caro alla dirigenza cinese. Infatti, proprio questa notte la PBoC ha effettuato un minimo taglio dei tassi sulla scadenza intermedia dei 5 anni: è un messaggio molto importante perché pone l’accento sulle scadenze intermedie del mercato dei prestiti, quelle scadenze che sono tipiche del mercato immobiliare e in questo senso si configura come un supporto diretto a sostegno di quest’ultimo. In parallelo continuano a circolare con insistenza le indiscrezioni circa la volontà governativa di voler sostenere i consumi tramite un meccanismo di supporto per il mercato dell’auto con un programma mirato alle vendite nelle zone rurali da implementarsi entro giugno.