A Lushnje, polo agroalimentare di interesse nazionale a vocazione europea, la Sindaca Eriselda Sefa, assieme al Capogruppo parlamentare Taulant Balla e alla Ministra delle politiche agricole Frida Krifca, ha inaugurato la grande fiera del settore primario, punto di riferimento per un pubblico di espositori, produttori e visitatori dai Paesi balcanici e dell’intero continente
Sviluppato, grazie alle semplificazioni doganali introdotte dal Governo Rama con il progetto macroregionale Open Balkans, un sistema logistico in grado di fare giungere prodotti agricoli freschi alle famiglie ucraine colpite dalla guerra
L’agricoltura ha una delle proprie indiscusse capitali, in Albania e con riferimento a tutti i Balcani, a Lushnje, storicamente famosa come la “Città del congresso” e attualmente come forte polo agroalimentare al servizio dei consumi nazionali e del commercio con l’estero in prevalenza con l’area della UE e con il resto dell’Europa anche non comunitaria.
La conferma di quella che non è più soltanto una linea di tendenza, ma semmai una realtà diffusa e acquisita sul piano statistico e delle realizzazioni visibili, è arrivata dalla recentissima inaugurazione della fiera internazionale delle produzioni ortofrutticole locali, una vetrina espositiva che ha abbracciato l’intero centro urbano, interagendo con il turismo e con l’artigianato e facendo emergere, accanto ai prodotti finali raccolti e trasformati, la complessiva catena e filiera di creazione del valore formata da lavoro umano, tecnologia, trattamento sanitario e logistica di confezionamento e spedizione.
Lushnje, attraverso gli interventi del governo e del ministero delle politiche rurali, agevolati dai fondi Ipard della Comunità europea e dai provvedimenti urbanistici e regolatori del Comune, si è dotata di luoghi fisici attrezzati dove gli agricoltori possono conferire, conservare, esporre e commercializzare al grande pubblico le eccellenze delle proprie attività colturali. Questo tipo di infrastrutture a carattere unitario consente di evitare la dispersione e lo spreco del prodotto, favorendo lo sviluppo di una autentica economia circolare sostenibile ed educativa per le nuove generazioni di coltivatori.
Il capogruppo parlamentare del PS Taulant Balla, assieme alla Ministra Frida Krifca e alla Sindaca Eriselda Sefa, ha sottolineato come proprio attraverso la strategia esecutiva seguita sia stato possibile, nel pieno di una grave emergenza internazionale con effetti inflazionistici e recessivi, aumentare le esportazioni made in Albania di 37 milioni di euro nel corso del primo quadrimestre dell’anno gennaio – aprile, con la prospettiva concreta di concludere il 2022 con un bilancio pari a circa 550 milioni di dollari di controvalore di vendite di produzioni rurali sui mercati esteri, un dato di quasi 4 volte superiore alla situazione ereditata dal 2013 quando per la prima volta si insediò Edi Rama alla guida del Governo.
Da Lushnje – ha aggiunto Taulant Balla – l’ortofrutta del Paese delle Aquile raggiunge la Svezia, la Danimarca, la Germania, l’Austria e altri Paesi del continente. Raggiunge altresì, con una caratteristica in questo caso non commerciale ma solidale, le famiglie ucraine colpite dall’assurda e intollerabile guerra russa, famiglie alle quali l’Albania ha aperto le porte delle proprie case in segno di accoglienza.
L’aumento delle esportazioni è stato favorito dai provvedimenti di semplificazione doganale attivati in attuazione del progetto Open Balkans tra i governi di Tirana, Belgrado (Serbia) e Skopje (Macedonia del Nord), a conferma della validità di questa strategia di coordinamento e cooperazione macroregionale che concorre alla stabilità e alla sicurezza dei Balcani e alla quale, auspicabilmente e opportunamente, dovrebbero aderire ulteriori Nazioni come Kosovo e Montenegro e Bosnia Erzegovina, poiché l’abbattimento e azzeramento dei tempi di attesa alle dogane rivitalizza il commercio sovranazionale, previene il deperimento dei prodotti e rafforza il ruolo negoziale con l’Unione Europea e con Bruxelles.
La ministra delle politiche Agricole, Frida Krifca, ha aggiunto che l’aumento delle esportazioni e quindi delle vendite dirette in agricoltura non è un dato casuale ma costituisce semmai la logica conseguenza degli interventi volti a favorire, anche attraverso lo strumento della fiscalità, l’aggregazione dei produttori, la regolarizzazione del lavoro come fattore di lotta all’informalità e garanzia di tracciabilità e salubrità, e l’aumento in misura esponenziale del settore agrituristico.
Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI




