Il loro lavoro è stato fondamentale in questi anni di crisi pandemica in cui si sono offerti a servizio delle persone con grande coraggio e umanità, ma è impossibile immaginare il loro pur immenso lavoro se non in sinergia con quello dei medici”.
. Non vorrei che invece di mettere in campo uno sforzo di programmazione all’altezza della sfida che richiede formazione, assunzione e adeguata remunerazione con un incremento programmato delle risorse, ci si rifugi in una più semplice sostituzione delle figure senza una ratio clinica e organizzativa. Attenzione, in Italia le soluzioni d’emergenza finiscono sempre per diventare strutturali, con grave nocumento per i pazienti e per la sanità pubblica”.


