LA BCE E IL TAGLIO ALL’ACQUISTO DI TITOLI: GROSSI GUAI IN EUROLANDIA?

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Ieri la Bce ha annunciato una svolta più dura del previsto: dal 1° luglio stop per gli acquisti ai titoli di Stato nell’ambito del Quantitative easing e dal 21 luglio, prossima riunione del Consiglio direttivo, ci sarà il primo rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base.

A cui seguirà un secondo aumento a settembre. Luglio segnerà il primo aumento sul costo del danaro nell’area euro da 11 anni a questa parte. “Prevediamo di aumentare nuovamente i tassi di interesse di riferimento della Bce a settembre. La calibrazione di questo aumento dei tassi dipenderà dalle prospettive aggiornate sull’inflazione a medio termine.

Oltre settembre, sulla base della nostra valutazione attuale, prevediamo che sarà appropriato un percorso graduale ma sostenuto di ulteriori aumenti dei tassi di interesse” ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde.

Cosa vuol dire? Che se ritorna una politica di austerity, quella che era stata bloccata dal governo Conte, saranno guai grossi per l’Italia. Purtroppo la Bce ha fatto questa scelta per bloccare la spirale inflazionistica bloccando la fase espansiva della politica monetaria che aveva caratterizzato il suo governo durante la pandemia e negli ultimi mesi di crisi ucraina.

Per l’Italia con un debito pubblico che ha raggiunto il 150% del pil significa darsi da fare e accelerare la crescita economica sostenendo però i ceti meno abbienti e coniugando una politica di investimenti a misure di sostegno ai redditi più bassi.

Mauro Coltorti