E’ pur vero che una difesa dell’ambiente in cui viviamo è necessaria, ma non è con queste decisioni sbagliate, drastiche e improvvise che si ottengono risultati efficaci. Ci sono infatti numerosissimi fattori da tenere in considerazione. Occorre, prioritariamente, chiedersi se il mercato, se i produttori, se i consumatori sono pronti a questo passo.
Dall’Emilia-Romagna, segnatamente da Modena, terra dei motori, è doveroso interrogarsi ed avviare le dovute riflessioni. Altra considerazione politica di non poco momento riguarda un quesito che è centrale: quali sono le potenze che attualmente detengono il monopolio dell’elettrico? In questo delicato momento a livello internazionale non possiamo nemmeno lontanamente pensare di mettere l’Europa e l’Italia in una condizione di sudditanza e dipendenza rispetto alla Cina.
Di più: da dove recuperiamo l’energia elettrica per far circolare i 979 milioni di veicoli tra mezzi leggeri e pesanti – anche solo se il numero rimanesse fermo ad oggi (nel 2011 si contavano solo 691 milioni di automobili)? Peraltro in un Italia che ha detto follemente no al nucleare. Infine, un tema non di poco momento: dove si smaltiranno le batterie e le scorie molto più inquinanti e complesse da eliminare (cobalto, nickel, manganese) rispetto a quelle tradizionali? Si tratta evidentemente dell’ennesima presa di posizione puramente ideologica.
Si vota oggi per fare i “finti ecologisti”, consci che tra qualche anno si andrà avanti a colpi di proroga sullo stesso provvedimento. Ma questa non è una visione politica lungimirante: questa è solo una inutile, ipocrita, dannosa e pericolosa presa di posizione che non tiene in alcun conto le necessità del Paese.


