Sabato mattina si sparge la voce che molti presidenti non si sono presentati all’appuntamento per le operazioni preliminari per il referendum del giorno successivo.
I poveri scrutatori presenti (così imparano ed essere puntuali) apprendono che non solo non possono accedere a verbali e schede ma che non possono lasciare il seggio.
Il caos è totale.
Palermo però fermento per la partita di calcio dalla quale si deciderà la promozione in serie A.
Poi, non credo sia un elemento secondario, i Referendum riguardano la giustizia (con la g minuscola) e la magistratura ((idem).
A me viene un dubbio.
Ma di certo, lo Stato, nella persona del ministro dell’Interno Lamorgese, la quale gestisce le votazioni attraverso la Direzione per i servizi elettorali, e del comune di Palermo, nella persona del sindaco, hanno fatto la figura che meritano.
Dopo un po’ hanno capito pure quelli del comune che dovevano accorpare i seggi per permettere la votazione per quanti più cittadini possibile.
Ma i problemi sono altri.
In una città dove l’acqua è un problema atavico, i cimiteri meglio lasciar perdere, la criminalità non ne parliamo, ecco che alla fine, il Referendum, ma che mi rappresenta?
Baldo degli Ubaldi



