Le indagini, coordinate dalla procura di Roma, hanno preso origine due anni fa dal particolare attivismo nel web da parte dell’indagato, il quale si prodigava nella consumazione e nel rilancio di materiale di propaganda jihadista a favore di una vasta comunità virtuale di utenti, attività virtuale che rivestiva particolare allarme in quanto l’uomo risultava segnalato, in quei mesi, assieme a un altro co-indagato, come frequentatore dell’area turistica del Vaticano.



