Pil: Coldiretti, cala solo in agricoltura -0,8%, giù gli occupati

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In controtendenza all’andamento generale, il valore aggiunto cala solo per l’agricoltura e la pesca con una diminuzione dello 0,8% per effetto dell’esplosione dei costi di produzione, dall’energia ai fertilizzanti, dalle macchine agli imballaggi fino ai mangimi per alimentare il bestiame.

E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’andamento del Pil nei conti economici trimestrali dell’Istat relativi al 2021 che evidenziano un aumenta del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma nelle campagne diminuiscono anche gli occupati (-0,1%) a fronte di aumento generale dello 0,6%.

A pesare sull’andamento del Prodotto interno loro nelle campagne è stato il balzo dei costi energetici che – sottolinea la Coldiretti – si trasferisce a valanga sui costi di produzione e sui bilanci delle imprese, proseguendo peraltro la sua corsa anche nel 2022, aggravata dalla siccità.

Gli agricoltori per le operazioni colturali – spiega la Coldiretti – sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione.

Inoltre – continua Coldiretti – l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%). L’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi e il gasolio per le imbarcazione con oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante.

Il risultato è che più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea.

Serve – conclude la Coldiretti – responsabilità della intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle e continuare a garantire le forniture alimentari alla popolazione con l’avanzare dei contagi che mette a rischio gli scambi commerciali