Le grandi città africane sono attraversate da sciami di bambini e bambine in cerca di “qualcosa” per sopravvivere. Nella capitale keniana, Nairobi, il fenomeno è molto acuto e ti imbatti con una certa frequenza con persone che sono diventate stracci viventi.
Vivono sotto i ponti, oppure in qualche discarica dove, giorno dopo giorno, rovistano nell’immondizia per recuperare qualcosa da poter rivendere o, nella peggiore delle ipotesi, qualcosa da mangiare.
Per sopravvivere e sopportare i morsi della fame sniffano colla o stracci imbevuti di benzina. In molti casi sono tollerati, in altri vengono raccolti dalla polizia e portati in qualche centro di accoglienza della capitale gestito da ong internazionali o locali. Lo stato non se ne occupa. Sembra quasi che non sia un loro problema.


