TORINO – Visitare Torino è rivivere buona parte della storia e della memoria d’Italia; i palazzi Carignano, Reale e Madama, la Mole, il Museo Egizio, la Cattedrale di San Giovanni con la Sacra Sindone, la Gran Madre, Superga… siti che suscitano tantissimi ricordi di avvenimenti importanti rimasti per sempre nella memoria del nostro Paese
Pure, in questa città sabauda che tante notizie ha fornito ai libri scolastici, ci sono luoghi forse non altrettanto determinanti, ma egualmente importanti e da molti conosciuti, in Italia ed all’estero, per i loro “ambienti” accoglienti nei quali – spettatori in qualche caso di avvenimenti storici – il relax e la pace regnano sovrani, ideali luoghi d’appuntamento per un aperitivo, un digestivo o semplicemente per restare comodamente seduti, da soli o con gli amici, ed osservare il variegato passeggio, sorseggiando un caffè.
Si tratta dei caffè, storici o solo classicamente locali, comunque importanti, della città, che da anni, moltissimi anni, sono rimasti fedeli agli imperativi della buona accoglienza e dell’ospitalità. Bicerin, Abrate, Baratti & Milano, Caffè Elena, Cambio, Fiorio, Mokita, Mulassano, Norman, Platti, Pepino, Caffè Torino… i “dodici apostoli” o i “testimonial” dell’anima autentica della Torino che conta, racchiusi nel grande quadrilatero del centro torinese, alcuni anche immortalati in classici film… e scusate se abbiamo dimenticato qualcuno, non è mai possibile parlare di tutti.
Il Bicerin prende il nome da una squisita bevanda qui inventata, a base di caffè, cioccolata e crema di latte; piccolo locale con pochi tavolini in marmo bianco, aperto nel 1763 col nome di “Bottega dell’acquacedrata e confetterie”, venne trasformata in cioccolateria a metà Ottocento. Luogo d’incontro di statisti, scrittori, filosofi, compositori, Umberto Eco scrisse un memorabile resoconto di una sua visita; se ci andate provate anche lo zabaione!
L’Abrate, nasce nel 1886; oggi è per lo più pasticceria d’asporto oltre che luogo di consumo di colazioni e pranzi veloci e buoni, ed apericena. Ai tempi dei Savoia serviva su vassoi d’argento le colazioni ai principi che si formavano alla Regia Scuola di Cavalleria, poi ha “addolcito” i palati di Puccini, Rossini, Tamagno, Ricasoli, Rattazzi…
Baratti & Milano è l’elegante tempio della confetteria e di tante leccornie, nel quale lustrarsi gli occhi con gli antichi e pregevoli arredi (cuoio che riveste poltrone e sedie, intarsi di marmi colorati sul pavimento, soffitti decorati e dorati…). Ebbe i suoi “natali” nel 1858, dapprima vendendo liquori e prodotti di terzi (ratafià, chartreuse, cognac, caramelle per la tosse…); nel 1874 e 1879 il ministro della Real Casa concesse, e confermò poi, l’uso del Regio Stemma, riconoscendo a Baratti & Milano la facoltà di “…provveditore di S.M. il Re d’Italia e dei Reali Principi…”. In seguito si aggiunsero le concessioni di Amedeo di Savoia, Alfonso XII di Spagna ed altri sovrani. Qui Guido Gozzano scrisse una deliziosa poesiola sulla golosità delle donne che vi invitiamo a leggere.
Il Caffè Elena è un affascinante locale sotto i portici, amato da Cesare Pavese e dal filosofo tedesco Nietzsche, con un ampio dehors estivo, posto in una della più belle piazze d’Italia, Vittorio Veneto. Circa 130 anni fa qui Giuseppe Carpano, tra il 1889 ed il 1902, mise a punto la famosa ricetta del suo vermouth, concorrenziale al Martini, un elisir di vino bianco che lui perfezionò, ma la cui ricetta proveniva dal suo settecentesco avo Antonio Benedetto.
Il Cambio, locale senza tempo – forse il più famoso di Torino – che non è solo ristorante, “nacque” nel 1757. Frequentato dagli amanti della buona cucina ma anche del bello, col suo stile “passato” ma sempre di moda ed ammirato, è posto in piazza Carignano, di fronte al primo Parlamento: è stato infatti il locale più frequentato da politici, uomini di governo e nobili personaggi; preferito anche da Cavour, cliente fisso, una targa di bronzo segnala ancora oggi il posto a lui riservato. Il suo menù raffinato è ora gestito dallo chef internazionale Matteo Baronetto, con quale è possibile anche creare concordati menù personalizzati.
Fiorio, inaugurato nel 1780, era inizialmente frequentato da una élite sociale di conservatori: aristocratici, alti ufficiali, nuovi ricchi e politici del Risorgimento… in contrapposizione con l’ormai scomparso Caffè Calosso di via Dora Grossa, frequentato da patrioti e rivoluzionari. Il Caffè dei fratelli Fiorio, noto semplicemente come Fiorio, è oggi un tipico locale torinese molto elegante, curato e dall’ottimo servizio, apprezzato anche come gelateria. Si narra che il re Carlo Alberto, la mattina, prima di aprire le sue udienze chiedesse ai suoi collaboratori cosa di dicesse al Caffè Fiorio.
Mokita dal 1949 è sinonimo di eleganza e di ottimo servizio; dal mattino, con le ottime brioches, agli aperitivi seguiti dalle squisite portate per il pranzo, ai cocktail pomeridiani da degustare, con gli occhi sulla grande piazza San Carlo, salotto dei torinesi. Naturalmente al Caffè Mokita si degusta un’ottima miscela Lavazza, al banco, con prezzo popolare ed accessibilissimo.
Mulassano è un altro caffè storico, fondato nel 1879. Al suo interno vi è una targa in cui si legge che in questo locale nel 1926 la signora Angela Demichelis inventò il “tramezzino”. Non molto grande, poco più di 30 metri quadrati, vi si respira una sua tipica atmosfera che riecheggia i ritrovi abituali ed esclusivi dei notabili di casa Reale, a cui sono succeduti gli artisti del vicino Teatro Regio, attori e cantanti. In questo locale trovi specialità adeguate alle stagioni ed esclusive miscele di caffè.
Norman: locale storico in stile classico, ristorante/bar, aperto nel 1918, punto di riferimento per ricercatezza, raffinatezza. In Torino è anche un riferimento per chi vuole iniziare con una ricca prima colazione, gustare ottimi piatti a mezzogiorno, proseguire con squisite merende, e prepararsi per la cena gustando ottimi cocktail con vari vassoi di invitanti stuzzichini.
Il Caffè Platti dal 1875 propone il meglio per la gola, cose buone e varie; oggi è anche ristorante. Pur avendo cambiato nel tempo varie gestioni, non è mai venuto meno ai principi di eleganza e qualità, ed è per questo molto caro ai torinesi. Dotato di un interno molto originale, barocco, déco, con grandi specchi, medaglioni e decori floreali, fu frequentato dal capostipite Fiat Edoardo Agnelli, dallo statista Luigi Einaudi e da Cesare Pavese… Gli arredi sono dell’architetto Valabrega. Venne restaurato nel 1930, 1999 e 2015.
Pepino. Questa storica gelateria nasce nel 1884, quando un gelataio napoletano, Domenico Pepino, si trasferisce a Torino, portando con sé gli strumenti, gli stampi e la sua esperienza familiare per creare, produrre e confezionare veri gelati artigianali. Ed i risultati non mancano: la gelateria viene insignita da 4 brevetti quale fornitore della Casa Reale: nel 1910, 1913, 1925 e nel 1932. Da segnalare l’anno 1939 nella storia di questa azienda, poiché essa brevetta (n. 58033) il primo gelato con lo stecco, il Pinguino.
Il Caffè Torino, nella stessa piazza San Carlo, fu aperto nel 1903, addossato all’allora convento dei Padri Serviti della omonima chiesa (Cafè ëd la Sacrestia). Poi, nel 1934, si trasferisce nell’attuale sede e rinnova il suo arredo in stile barocco-piemontese. E’ uno dei locali più raffinati della città: posto sotto i seicenteschi portici, anche con tavoli all’aperto, è rinomato per il caffè ma anche per i “bonbons” e i pasticcini; negli anni Settanta gli è stato affiancato il ristorante “l’Infernot”.
Il bar è altresì famoso per due curiosità. Sul selciato davanti alla porta d’ingresso è posto un toro rampante in ottone al quale – così dicono! – bisogna pestare le “parti delicate” intime per avere fortuna. Inoltre ha un calcolatore di cassa statunitense di inizio Novecento. Molto amato dal principe Umberto di Savoia, tra gli avventori della stagione “glamour” ci furono poi Pavese, Macario, Ava Gardner, James Stewart e Brigitte Bardot.
Occorre qui citare – per onor del vero – almeno altri tre locali che ora hanno chiuso o che sono diventati per lo più pasticceria, confetteria, gelateria e/o cose golose d’asporto o ristorante ma che racchiudono comunque anch’essi un pezzo di storia di Torino.
Il Caval ‘d Brons, nasce nel 1948 come birreria ad opera di Erminio De Franceschi; nel 1954 si converte in caffetteria e verrà frequentato da nomi famosi del cinema e della buona società. Chiude nel 2016 per l’affitto troppo esoso.
Il Caffè San Carlo, inaugurato nel 1822, è collocato nell’omonima piazza – quando non c’era ancora il famoso “cavallo” -; fu tanta la “vivacità” dei suoi frequentatori (tra cui ci saranno D’Azeglio, Cavour, Rattazzi, Lamarmora, Gobetti, Gramsci…) che nel 1837 fu persino chiuso per “attività sovversiva”. Ricco di stucchi dorati, lampadari di cristallo e statue, fu il primo locale italiano ad aver adottato l’illuminazione a gas. La sua eleganza richiamò anche Alessandro Dumas, De Amicis, Casorati… Il Duca degli Abruzzi e l’ammiraglio Cigni qui progettarono la storica spedizione nell’Artide del 1899. Dopo due anni chiusura, questo locale ha riaperto con i fratelli Costardi (notizia dell’aprile 2022), chiamati da Intesa Sanpaolo (con sede nei pressi) a gestire l’area ristorazione del proprio museo torinese.
Infine, Stratta. Tra i locali storici d’Italia, questa confetteria sorge nel 1836 in piazza San Carlo, due anni prima della posa della famosa statua in onore di Filiberto. Un negozio ricco di fascino che ha saputo tenere viva tutta la tradizione piemontese della confetteria, la quale in passato ha saputo “catturare per la gola” sia i Savoia che Cavour ma anche gli ambasciatori stranieri dell’intera Europa, con i suoi marrons glacés e la sua frutta caramellata. Si caratterizza per la cura di ogni dettaglio e l’abilità di rendere unica ogni occasione. Dolci tradizioni per le pause più golose!
Franco Cortese Notizie in un click



