Bianchini: «Gli alberghi e i ristoranti italiani sono morti che camminano»

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Le chiusure dovute alla pandemia sono dietro le spalle, ma la situazione della ristorazione italiana è tutt’altro che migliorata. Anzi. La guerra, l’inflazione, gli aumenti dei costi e le politiche del governo Draghi hanno messo il settore alla canna del gas.

Questo è il grido d’allarme che lancia al DiariodelWeb.it Paolo Bianchini, presidente nazionale del Movimento Imprese Ospitalità, che per il prossimo giovedì 14 luglio ha convocato, dalle ore 10, una manifestazione di protesta davanti al ministero dell’Economia a Roma.

Paolo Bianchini, qual è la situazione del comparto della ristorazione in quest’estate?
C’è chi dice che i ristoranti stanno lavorando e siano pieni, ma evidentemente non sa di che cosa parla. Non si tiene conto del fatto che oggi lo scontrino medio è molto più basso.

Come mai?
Ogni famiglia ha vissuto inevitabilmente l’impennata di alcuni costi: le bollette, la benzina, la spesa… L’8% di inflazione di cui si parla è quella percepita, ma quella reale è molto più forte. Vi invito a fare una riflessione sul vostro bilancio familiare, su quanto sia cambiato.

La politica non sembra rendersene conto.
Forse perché frequenta solo i ristoranti più costosi, siccome i deputati guadagnano dodicimila euro al mese. Quelli sono pieni, ovvio. Ma nei vicoli, nelle zone meno turistiche, la realtà è molto diversa. Se usciamo da Roma, ci rendiamo conto che Orvieto, Viterbo, le città minori sono deserte.