Però quello che balza agli occhi, e che fa pensare, è il disallineamento che si viene a creare tra i contratti offerti e le posizioni lavorative ricercate. Il 58% dei contratti offerti è a tempo determinato, il 10% è in somministrazione, il 5% è in apprendistato; solo il 16% dei posti di lavoro sarà a tempo #indeterminato. Un dato desolatamente basso che conferma, ancora una volta, la tendenza precarizzatrice del mercato del #lavoro.
❗️Le imprese infatti ammettono difficoltà nel reperimento di almeno il 40% delle figure ricercate, attribuendo la causa alla mancanza di candidati con competenze. Questo in parte è un vulnus del sistema formativo italiano che abbiamo il dovere di correggere attraverso una sinergia più stretta tra percorsi formativi ed esigenze dei territori ma, senza dubbio, le formule e le condizioni contrattuali, le offerte economiche, e la conciliazione vita-lavoro sono tre fattori che incidono e che le imprese italiane hanno il dovere di considerare.



