Di fronte ad una politica bellicista, economicamente tendente ad una nuova fase di austerità da far pagare a lavoratori e famiglie già in enorme difficoltà, alle prese ogni giorno con la propria condizione di povertà crescente, precarietà, disoccupazione, la fine del governo Draghi è una bella notizia, anche se di per sé non risolve i problemi sul tavolo, e va salutata come tale.
In questo quadro la posizione espressa della Cgil, di sostanziale sostegno a Draghi e al suo ritorno al governo, è la plastica conferma della deriva di questo sindacato e dei suoi sodali Cisl e Uil. Alle parole roboanti di qualche giorno fa, ha fatto immediatamente seguito il piagnucolio di Landini che auspica che nulla cambi, che Draghi torni, che si continui ad inviare armi, a privatizzare il privatizzabile, a mantenere milioni di persone in povertà.
Qualcuno si stupisce della posizione espressa dalla Cgil, ma evidentemente non vive e non tocca con mano ogni giorno, nei posti di lavoro, la funzione di contenimento della rabbia di classe e di gendarme degli interessi padronali che questa organizzazione esercita costantemente per impedire che il conflitto le tolga potere e consensi.
Se ne vada Draghi e il suo governo, se ne vada con lui Landini e chi invoca la pace sociale per lasciare campo libero ai padroni e al capitale”.
Lo dichiara l’Unione Sindacale di Base.


