Jerome Powell conferma il proprio orientamento contro il rincaro dei prezzi: un tasso di carovita al 2 per cento è il nostro orizzonte
La Federal reserve ha deciso di aumentare il costo del denaro di 3 quarti di punti base. La deliberazione è stata assunta dal Governatore di Washington, Jerome Powell, con l’obiettivo di contrastare una spirale dei prezzi considerata non più controllabile con gli strumenti ordinari a disposizione di una banca centrale.
Il governatore della Fed, rimasto in carica con Biden ma nominato dal predecessore alla casa Bianca Donald Trump, ha spiegato che una linea di austerità sul costo del denaro non compromette la ripresa ma semmai impedisce che la stessa sia appannaggio esclusivo dei grossisti e degli anelli intermedi della catena di produzione del valore: con il rischio che produttori, dettaglianti e consumatori restino esclusi dal beneficio della calmierazione del costo della vita.
Chiaramente, la stretta decisa da Washington avrà impatti diretti e involontari sull’economia della Eurozona, sebbene i mercati finanziari e borsistici abbiano già provveduto a recepire i ritardi decisionali di Francoforte, dovuti alla più complessa forma di governance che non consente una capacità di azione e reazione immediata al pari di quella che caratterizza l’oltre Atlantico.
Jerome Powell ha dichiarato di volere riportare il tasso di inflazione al due per cento, un valore alla base dello statuto della BCE prima di Mario Draghi e poi di Christine Lagarde.
Abbiamo più volte evidenziato come le radici inflazionistiche tra USA e UE siano diverse e non di rado diametralmente opposte: e che le determinazioni assunte dagli Stati Uniti d’America abbiano impatto su Francoforte e su Bruxelles anche quando la commissione UE e la BCE non assumono provvedimenti.
Prova ne sia che i Bund, cioè i BTP tedeschi, sono fuoriusciti dalla zona dei tassi negativi perché la Germania di Olaf Scholz è stata accreditata in recessione, quindi se lo spread non arriverà a quota 300 punti base non sarà per meriti specifici del governo italiano bensì perché i Bund hanno messo in conto una estensione endemica della crisi indicata come recessione in senso tecnico.
Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI




