Secondo l’Istat l’inflazione nel mese di luglio ha raggiunto il 7,9%, in leggero calo dopo il valore record dell’8% di giugno. Per ritrovare un dato così alto bisogna tornare indietro nella storia d’Italia a metà degli anni ’80, oltre quarant’anni fa. L’Italia e il mondo intero sono cambiati radicalmente, in molti ambiti quasi irriconoscibili, se non appunto per quel valore percentuale che indica il generalizzato aumento dei prezzi e quindi la diminuzione del potere d’acquisto.
Nessun parallelo quindi, se non nelle differenze, tra la situazione attuale e quella degli anni ’80. A partire dal trend: a metà degli anni ’80 stava calando dopo aver raggiunto il picco del 14,8% nel 1980, oggi sta salendo spinta da un clima di incertezza e di timori geopolitici che nessuno sa quando potranno placarsi. Ed è proprio perchè quella attuale è una “non inflazione” che secondo Sapelli oggi i rischi sociali sono di gran lunga maggiori.



