E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la cattura in un tombino nella zona ovest di Milano del cinghiale che il 4 agosto scorso era arrivato sulle strade della movida cittadina alla Darsena e si era tuffato nel Naviglio. Per prenderlo e mettere in sicurezza la zona – evidenzia Coldiretti – sono stati necessari 14 giorni di ricerca, la mobilitazione di diverse squadre di pompieri, polizia locale e polizia provinciale con grande dispendio di mezzi e risorse.
“È paradossale che con i costi fuori controllo noi dobbiamo spendere di più per coltivare e il raccolto ci vien distrutto dai selvatici – denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini –. Ma ci sono anche agricoltori che hanno addirittura perso la vita a causa dei cinghiali e in un Paese normale ciò non dovrebbe essere possibile”.
“Negli ultimi anni 800mila ettari di terreni fertili sono stati abbandonati in molti casi proprio a causa della proliferazione della fauna selvatica che colpisce le coltivazioni e la redditività degli agricoltori, terreni che oggi oltre a non essere più produttivi sono esposti all’erosione e al dissesto idrogeologico” ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “serve un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della Legge 157 del 1992 per ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette”.



