Sta di fatto che questa volta Bobo Craxi e la sorella Stefania si troveranno l’uno contro l’altro, seppure indirettamente: Bobo, che prova a tornare nelle istituzioni dopo essere stato sottosegretario agli Esteri nel governo Prodi II, sarà candidato dal centrosinistra nell’uninominale a Palermo-Resuttana-San Lorenzo, mentre Stefania, presidente uscente della commissione Esteri del Senato, correrà probabilmente a Gela.
Non è la prima volta, del resto, che le carriere dei due figli di Craxi si intrecciano. La prima risale proprio all’esperienza di governo di Bobo: dal 2006 al 2008 il più giovane dei fratelli fu sottosegretario agli Esteri nel Consiglio dei ministri guidato da Romano Prodi, e quando quella legislatura si concluse Bobo passò il testimone alla sorella, che ricoprì lo stesso incarico nel quarto e ultimo governo di Silvio Berlusconi.
Bettino Craxi, però, non tornò più in Sicilia. Dopo la morte del leader socialista al termine della latitanza ad Hammamet, in compenso, vi tornò il figlio Bobo. Era il 2001, l’anno del 61-0: il centrodestra fece l’en plein nei collegi dell’isola e Bobo Craxi, che aveva fatto confluire il suo Nuovo Psi in Forza Italia, fu candidato proprio a Marsala.
“È il punto più vicino alla Tunisia”, disse allora. Finì con un plebiscito: il 56,8 per cento in uno dei collegi più a vocazione forzista di quella tornata. Per una sfida che adesso si ripete con un raddoppio. E con una sfida indiretta fra fratelli.
Claudio Reale



