Succede a La Spezia, una provincia in continua espansione edilizia e nella quale il lavoro in questo settore non mancherebbe ma… c‘è un ma: questa abbondanza riguarda solo i Padroni, che spesso ingrassano a scapito dei lavoratori schiavi del bisogno
Le congiunture economiche attuali vanno a penalizzare ancor più, duramente, chi sopravvive (perché vivere pare già un‘impresa) coi proventi del proprio duro lavoro.
Così accade che tre operai edili, spinti dalla disperazione, hanno preso coraggio e consapevolezza del NOI affrontando con un gesto eclatante il titolare che era in arretrato con due mesi di stipendio.
Si sono arrampicati su una gru alta trenta metri ed alla fine sono accorsi tutti: sindacati, cittadini, giornalisti etc, vedendo finalmente ciò che è sempre stato ovvio pur sembrando una pretesa per alcuni. Il diritto ad essere retribuiti per il proprio lavoro!
Come Partito Comunista Italiano vogliamo rimarcare come fatti di questa natura saranno sempre più frequenti finché si continuerà a vedere questi operai come dei piantagrane e non come lavoratori che reclamano un inalienabile diritto come quello di ottenere puntualmente la paga.
Senza riconoscere la tragedia che si consuma quotidianamente per la classe operaia non si potrà avere coscienza della reale situazione in cui versano migliaia di lavoratori nella nostra città.
La CGIL e la Fillea erano presenti sul luogo e l‘aver assistito ai fatti, dovrebbe essere un buon motivo per fare della sana autocritica: come possono dei lavoratori arrivare a questo punto?
La sconfitta della lotta sindacale è palese; 40 anni di concertazione hanno reso i lavoratori più poveri e più disperati con CGIL, CISL e UIL che hanno, socialmente, firmato questo mentre PD ed il Partito Unico Liberista che racchiude tutti i partiti dell‘arco parlamentare attuale dalla destra alla sinistra sono responsabili della firma politica.
Il PCI ritiene urgente ricominciare a dialogare coi lavoratori per poter intercettare situazioni critiche e poter intraprendere una lotta congiunta con chi è in difficoltà.
Ci auguriamo un moto di indignazione che non sia solo a parole o nei proclami di alcuni ma che sia la spinta ad agire, a mobilitarsi per la difesa dei più deboli.



