di Beppe Grillo – Il matematico e fisico Pascal a 16 anni scrisse il suo famoso teorema. Il matematico James Clerk Maxwell fu un prodigio sin da bambino, a 14 anni scrisse sulle curve ovali e quelle aventi molteplici fuochi. Il matematico francese Évariste Galois scrisse ancora adolescente la teoria di Galois
L’elenco è lunghissimo: sono giovani, brillanti, intelligenti e liberi. Ma non possono votare.
A 16 anni puoi lavorare, puoi pagare le tasse, ma non puoi votare. Un giovane non può determinare il suo futuro attraverso la scelta del governo nazionale del suo Paese.
Pensate che l’età media dei Nobel della fisica è 45 anni, della medicina 50. Tenendo presente Università, specializzazione e almeno dieci anni di ricerca, vuol dire che cominciano molto precocemente!
Siamo il Paese con la popolazione più anziana d’Europa, dove dal 1946, anno in cui votarono per la prima volta le donne, le regole non sono state mai messe in discussione. Un paese dove anche i giovani che possono votare non lo fanno perché non credono più nei politici. Pensate che solo l’1% dei giovani è iscritto a un partito e 1 giovane su 2 andrà a votare.
Da anni il M5S porta avanti questa battaglia generazionale. Nel 2013 abbiamo votato per l’estensione del voto ai sedicenni nella riforma della legge elettorale europea e presentammo in Parlamento una mozione di riforma costituzionale e istituzionale per estendere il voto anche ai referendum popolari sulla modifica di Governo e di Stato. Come sempre, entrambe le proposte furono bocciate.
Il voto a 16 anni esiste già in molti Stati (vedi elenco). Ora, è arrivato il momento di ascoltare le nuove generazioni, estendendo il diritto di voto ai sedicenni.



