“EDUCAZIONE FINANZIARIA OBBLIGATORIA E UN FISCO SEMPLICE E AMICO: DUE BATTAGLIE PER UNA TERZA VIA”

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A ribadirlo è l’onorevole Luigi Marattin, Presidente della Commissione finanze di Montecitorio e in missione in Piemonte per la lista Italia viva-Azione del terzo polo di Carlo Calenda. A oggi, è la sola formazione politica che abbia previsto espressamente l’alfabetizzazione economica, molto radicata nel territorio subalpino con l’impegno del Banchiere Beppe Ghisolfi, nel programma elettorale nazionale per le Politiche del 25 settembre

Siamo con l’onorevole Luigi Marattin, presidente della commissione finanze della Camera dei deputati e massimo dirigente di Italia viva e della lista unitaria del terzo polo con Carlo Calenda come leader.

All’onorevole Marattin va il merito di avere avviato una straordinaria operazione di verità sul piano fiscale, in una fase in cui gli schieramenti di centrodestra e di centrosinistra sono tornati a riproporre anche in questo delicato settore una serie di cavalli di battaglia ideologici, dalla flat tax alla patrimoniale.

Onorevole Marattin, siamo in Piemonte e in provincia di Cuneo, una realtà produttiva diffusa molto vitale ma preoccupata dagli effetti del caro energia. Per quanto dimissionario, Draghi può varare interventi di bilancio in grado di neutralizzare il sovraccosto delle bollette senza dover attendere i tempi non brevi di insediamento della prossima legislatura?

“Certo, sarebbe stato meglio non far cadere Draghi, come invece hanno sciaguratamente fatto Lega, Forza Italia e M5S. Il governo è comunque in carica per gli affari correnti e le emergenze. E il caro-bollette si è ormai configurato come una vera e propria emergenza, che richiede azioni immediate. Noi abbiamo una soluzione concreta: disaccoppiare, facendo intervenire il soggetto gestore GSE, il prezzo dell’energia elettrica prodotta col gas dal prezzo dell’elettricità prodotta da fonti rinnovabili, comprando quest’ultima a un prezzo prefissato e calmierato. Così facendo, il prezzo totale dell’energia può persino dimezzarsi. In più, destiniamo tutto l’extra-gettito IVA, derivante dall’inflazione, al sostegno immediato al sistema produttivo”.

A destra si torna a proporre la flat tax, anzi le flat tax visto che ogni partito ha la propria soluzione; a sinistra riemerge la patrimoniale.
Quale è la vostra terza via sulle aliquote Irpef per restituire ossigeno al lavoro autonomo e dipendente e per aiutare le imprese ad affrontare in maniera più robusta mercati sempre più difficili?

“È bene ricordare innanzitutto che nessun partito di destra ha mai davvero previsto la flat tax, ossia la tassa piatta. Fratelli d’Italia prospetta una inutile detassazione di soli 12 mesi degli incrementi di reddito che avvengono tra un anno e l’altro; la Lega propone una riforma dell’Irpef che alza il numero di aliquote dalle attuali 4 a ben 18. La chiama “flat tax” in modo ingannevole solo perché ha capito che lo slogan funziona, ma in quella proposta di flat non c’è assolutamente nulla. Ed è sinceramente vergognoso prendersi gioco in questa maniera degli elettori.

Il nostro schema di riforma Irpef è molto chiaro, e si compone di 4 interventi:

1) introdurre un minimo esente, vale a dire una quota di reddito – corrispondente a ciò che serve per sopravvivere – che viene dedotta dalla base imponibile per tutti i livelli di reddito;

2) unificare la detrazione per il lavoro autonomo a quella per il lavoro dipendente;

3) spostare tutte le “tax expenditures”, cioè le spese fiscali detraibili, fuori dal sistema Irpef, usando il rimborso diretto per cui, invece di scaricare il 19% l’anno successivo dalle tasse, il contribuente paga subito con carta di credito e il giorno dopo riceve il rimborso dallo Stato corrispondente alla percentuale di detraibilità;

4) passare a 3 sole aliquote, visto che – a differenza della Lega – vogliamo un sistema fiscale più chiaro, leggibile e trasparente sia per le famiglie sia per gli investitori. Abbiamo poi proposte concrete per intervenire anche sul resto del sistema fiscale italiano, che risale oramai a mezzo secolo fa”.

La lista del terzo polo si caratterizza per essere la sola ad avere introdotto in questa campagna elettorale la previsione di un’educazione finanziaria obbligatoria. Un aspetto fondamentale e caro al Banchiere internazionale e scrittore Beppe Ghisolfi, comune amico e rappresentante di questo territorio nelle massime Istituzioni bancarie mondiali.

Conoscere i meccanismi delle istituzioni e della finanza può aumentare la partecipazione al voto e la capacità di selezionare le proposte di politica economica più realistiche?

“Siamo in fondo alle classifiche internazionali per quanto concerne i livelli di educazione finanziaria. Oltre a rappresentare un per nulla desiderabile impoverimento culturale della popolazione, questo poco invidiabile primato favorisce la cattiva allocazione del risparmio e il possibile acquisto inconsapevole di prodotti finanziari non adatti alle preferenze dei risparmiatori. In anni recenti abbiamo avuto molti casi in cui prodotti più sofisticati sono stati sottoscritti da clienti retail il cui profilo rischio-rendimento era del tutto inappropriato. Rendere obbligatoria l’alfabetizzazione economica non è solo una battaglia di civiltà, ma ha l’obiettivo di rendere possibile una pianificazione finanziaria sempre informata e ponderata dell’individuo lungo la propria vita”.

Il Piemonte e la Granda sono un’area molto rilevante per la vostra lista, in ragione del ruolo svolto da Enrico Costa, responsabile per il settore giustizia. Norme processuali e procedurali univoche e certe possono aiutare al pari del fisco la ripresa italiana?

“La giustizia nelle sue varie declinazioni – civile, penale, tributaria, amministrativa – è uno dei principali fattori di competitività di un sistema-Paese. Nonostante le riforme che il governo Draghi ha operato in almeno tre dei quattro sopra citati ambiti, molta strada rimane da fare per rendere l’ordinamento giudiziario maggiormente efficiente ed equo. Nel nostro programma illustriamo in modo molto chiaro quale secondo noi debba essere la via, e le battaglie che ha condotto Enrico in questa legislatura sono la garanzia di credibilità della nostra offerta politica. In questo capitolo, così come negli altri”.

Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI