Inflazione in Europa e USA

0
31

Il tema dominante sui mercati continua ad essere la linea dura delle banche centrali, con i rendimenti che tornano a segnare nuovi record e le curve che prezzano rialzi sempre più aggressivi

Il picco dei Fed Funds, indicato dalle curve dei future tra marzo e maggio 2023, sfiora il 4%, mentre in Eurozona ammontano a 225 bp i rialzi scontati entro i prossimi 12 mesi. Per quanto riguarda l’inflazione europea è vero che un grosso contributo è stato dato dalla guerra e dal conseguente aumento del costo dell’energia, ma è pur vero che abbiamo assistito nel 2020 e 2021 a massicci interventi di politica monetaria e fiscale nell’eurozona.

Se a quest’ultimo fattore aggiungiamo la svalutazione dell’euro sopraggiunta nel frattempo (il cambio si trovava a 1.23 ad inizio 2021), ecco che ci troviamo in una situazione in cui la quasi totalità dei beni ricompresi nel paniere dei prezzi al consumo presenta una crescita superiore al target del 2%.

Ma c’è un altro motivo che ha reso la Bce ancora più aggressiva nel rialzo dei tassi, tanto da farne scontare al mercato uno da 75 pb alla riunione della prossima settimana, ed è l’inflazione salariale che, rimasta sottotono per lungo tempo, sta dando segnali evidenti in diversi paesi. Un esempio è la Germania dove le rivendicazioni salariali si stanno espandendo a diversi settori dell’economia (dall’industria ai dipendenti pubblici) dopo avere già portato i primi risultati per alcune specifiche categorie di lavoratori (vedi i portuali, con +9% sugli stipendi e i dipendenti di Lufthansa che hanno ottenuti aumenti del 13%).

Di certo con un’inflazione così alta che erode il potere d’acquisto dei consumatori era impensabile che ciò non avvenisse e tuttavia obbligherà le imprese europee a scaricare gli aumenti sui prezzi finali (con il rischio di innescare pericolose spirali prezzi-salari).

Imprese, quelle europee e in particolare manifatturiere, che tra l’altro sono già alle prese con la perdita di competitività dovuta al costo dell’energia elevatissimo e con la debolezza legata alla loro dipendenza dalle esportazioni: bloccato il mercato russo, il rischio è di vedere intaccato anche quello cinese nel caso in cui le tensioni intorno a Taiwan dovessero subire un’escalation e ripercuotersi sul piano commerciale. Molti sono i rischi per l’azionario europeo nel nuovo mondo dei due poli contrapposti.