Il Premier albanese Edi Rama da Belgrado dove si è svolta la riunione del coordinamento economico commerciale dei tre Stati, esteso a Bosnia Erzegovina e Montenegro: “L’Unione Europea non ci lasci soli, servono sostegni per acquisti interrotti di elettricità nella stagione invernale”
Dai Balcani occidentali una lezione di solidarietà a Bruxelles sui capitoli letteralmente scottanti dell’energia e delle forniture in campo alimentare (materie prime e cibi): il coordinamento denominato “Open Balkans”, costituito con finalità economiche e commerciali dai Governi di Tirana, Belgrado e Skopje in forma itinerante fra i tre Paesi promotori, nella propria riunione più recente nella capitale serba ha siglato una serie di memorandum d’intesa volti a garantire la continuità dei flussi delle forniture alimentari e a creare condizioni di reciproco sostegno affinché, nella prossima stagione invernale, sia stabilizzata l’erogazione di elettricità fra i Paesi sottoscrittori.
Le intese sono state firmate dal Primo Ministro albanese Edi Rama, dal Presidente serbo Aleksandr Vucic e dal Premier macedone Dimitri Kovacevski.
Come ha sottolineato con orgoglio la Ministra Frida Krifca, titolare delle politiche agricole nel governo Rama, “se uno dei tre Stati, con eccedenze di grano e cereali, decidesse di bloccare le esportazioni verso Paesi terzi, queste ultime proseguiranno in direzione degli altri Stati aderenti a Open Balkans in situazione di carenza delle stesse materie prime e degli stessi prodotti. Questo – ha aggiunto la Ministra – ci metterà al riparo da spinte speculative che sui mercati internazionali puntano al rialzo dei listini e all’aumento dei prezzi a carico delle aziende di trasformazione alimentare e dei consumatori finali”.
Il Premier Rama, nel corso del Salone regionale dei vini celebrato a Belgrado in corrispondenza con gli Open Balkans (e nel quale l’Albania ha partecipato con cento cantine enologiche per un totale di dodici etichette vitivinicole premiate), ha lanciato un appello alle istituzioni comunitarie dell’Unione Europea: “A Bruxelles chiedo che la nostra regione non sia lasciata sola come purtroppo avvenne durante la prima ondata della pandemia da coronavirus, quando i nostri Paesi furono costretti a procurarsi una parte importante di vaccini e dispositivi protettivi e curativi contro il virus, da Paesi diversi come Turchia e Cina. I Balcani aperti stanno dimostrando con i fatti di ricercare la pace, la sicurezza e la stabilità dell’intera area vasta, e da essi può arrivare un contributo rilevante al raggiungimento della pace tra Serbia e Kosovo, e qui intendo ringraziare l’amico Presidente Vucic per l’accordo che è stato raggiunto tra Belgrado e Pristina per il riconoscimento delle targhe e dei documenti di circolazione. Un passo di tutto rispetto e utile alle politiche regionali portate avanti da Bruxelles per l’integrazione dei Balcani nell’Unione”.
Edi Rama ha pertanto messo in guardia sulle prospettive invernali: “La stagione fredda non è mai stata semplice dalle nostre parti, ma quella in arrivo rischia di essere particolarmente complicata se non vi sarà un intervento deciso da parte della UE che sostenga le iniziative di Open Balkans per assicurare forme di solidarietà energetica e di continuità nelle forniture al fine di evitare shock domestici e produttivi e black out intermittenti”. Servirebbe a tale proposito un contributo da 70 milioni di euro per favorire l’acquisto di gas e di elettricità a prezzi stabilizzati.
Attualmente, la situazione dei tre Paesi in campo energetico è molto differenziata: la Serbia si approvvigiona con il gas russo e con le centrali a carbone; la Macedonia si basa su idroelettrico e importazioni; l’Albania è caratterizzata da una produzione di elettricità per la quasi totalità da fonte idrica, tuttavia non essendo ancora possibile l’accumulo dell’acqua eccedente il fabbisogno, l’energia in sovrapproduzione viene immediatamente venduta all’estero, pertanto si pone il problema delle scorte e degli stoccaggi nelle stagioni meno favorevoli.
Allo stato attuale, il governo Rama, per il tramite della Ministra Delina Ibrahimaj delegata alle finanze, ha confermato che sarà rinnovato per i mesi a venire il cosiddetto “pacchetto di resistenza sociale”, che consente la realizzazione di uno scudo tariffario a favore delle micro e piccole imprese e delle famiglie a più basso consumo energetico, alle quali non sarà aumentata la bolletta.
Il governo ha inoltre avviato un piano di riforme che, a partire dal prossimo anno, conseguiranno ulteriori e decisivi passi in avanti nel traguardo della indipendenza energetica e dello status dell’Albania come esportatore netto di elettricità e anche di gas, grazie alla idrocentrale di Fierza, al parco fotovoltaico di Karavasta e al rigassificatore galleggiante di Valona.
Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI





