Rilevazione choc del centro studi Unicredit. Il coordinatore di forza Italia, on. Antonio Tajani: adesso un recovery fund contro il caro gas
Il centro studi Unicredit ha messo a punto un dossier che racchiude una stima choc per l’economia dell’Unione Europea: la bolletta di Putin, connessa al razionamento del gas e agli effetti diretti e indiretti della guerra in Ucraina, rischia di costare a cittadini e imprese della UE tra i 450 e i 500 miliardi.
Gli uffici economico statistici di uno dei gruppi bancari leader in Italia e nel vecchio Continente lanciano pertanto un allarme più che realistico: gli organismi comunitari di governo di Bruxelles si devono al più presto dotare di strumenti solidali e mutualistici al fine di ricondurre a unità le operazioni di contrattazione, approvvigionati e stoccaggio dell’energia, al fine di ridurre al minimo la sovraesposizione dei singoli Stati alle turbolenze dei mercati speculativi internazionali: in quanto è evidente che l’Italia, per di più con un governo Draghi dimissionario, può mettere in campo risorse che corrispondono a meno della decima parte di quanto, proprio nelle scorse ore, è stato stanziato dalla repubblica federale di Germania e dal cancelliere Olaf Scholz.
Su questo argomento, sono intervenuti a più riprese il fondatore e il coordinatore nazionale di forza Italia, Silvio Berlusconi e Antonio Tajani, entrambi attualmente parlamentari europei a Strasburgo, che nei giorni scorsi hanno ricevuto a Roma il capogruppo del partito popolare all’Europarlamento, Manfred Weber, per l’avvio ufficiale della campagna elettorale del fronte moderato del centrodestra.
Tajani ha colto l’occasione per ribadire una serie di concetti: le sanzioni applicate in maniera compatta dall’Occidente nei confronti della federazione russa, sono giuste e doverose, ma è altrettanto doveroso prendere in considerazione i contraccolpi e le ritorsioni economiche e sociali che rischiano di alimentare tensioni all’interno delle pubbliche opinioni degli Stati soprattutto europei, e di incrinare la solidità della stessa coalizione occidentale.
Per tali ragioni, Bruxelles – ha ribadito Tajani con l’autorevolezza di chi ha ricoperto il ruolo di presidente del Parlamento della UE – deve adottare verso le conseguenze del conflitto e della crisi energetica sull’economia reale gli stessi strumenti di mutualizzazione messi in campo con successo due anni e mezzo fa contro la pandemia.
Serve in pratica un Pnrr ovvero un recovery fund sull’energia e contro il caro bollette, che consista in un mix tra interventi contingenti – per esempio la cancellazione delle imposte sulle tariffe dovute da cittadini e imprese e uno scostamento di bilancio garantito da Eurobond al fine di procurare uno scudo contro le speculazioni sui titoli sovrani degli Stati maggiormente esposti come l’Italia – e altri di tipo strutturale tarati sul medio periodo e consistenti in progetti per conseguire condizioni tecnologiche e impiantistiche di autonomia e progressiva indipendenza dal gas russo, attraverso un mix tra fonti rinnovabili, fonti tradizionali (compresi i rigassificatori) e la ripresa della ricerca sul nucleare pulito di ultima generazione.
Dir. politico Alessandro ZORGNIOTTI




