FRANCO CORTESE: Il complesso abbaziale di San Gallo

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Una “perla” svizzera, Patrimonio Unesco, vicino al lago di Costanza

SAN GALLO – Questa cittadina ha un centro storico che è un gioiello, da visitare a piedi soprattutto guardando poco in basso (anche se è famoso il suo “isolato rosso”, strade, auto e oggetti inclusi) e molto in alto per i suoi tanti bovindi (ben 111 erker=finestre sporgenti) “incollati” ad affascinanti palazzi decorati, per gli addobbi floreali e per il suo complesso architettonico abbaziale, il tutto simbolo di ricchezza della Chiesa e delle famiglie a cui appartenevano quegli edifici.

Non a caso è forse proprio qui (oltre che nella Sacra di San Michele) che il nostro Umberto Eco ha trovato l’ispirazione per il suo famoso romanzo “Il nome della rosa”, stregato dalla stupenda biblioteca e dai suoi preziosi e antichi volumi miniati.

Ma gli amanti della buona cucina e dell’artigianato non devono temere: qui c’è “pane” anche per i loro denti: i preziosi merletti (ai quali è dedicato anche uno specifico museo) qui realizzati e commissionati sono una costante negli abiti delle grandi firme della moda ed alcuni ristoranti e bistrot servono leccornie tali da soddisfare anche i palati più esigenti, come il suo famoso “bratwurst”, ben arrostito, abbondante e super gustoso: … e scusate se è poco!.

Però la gemma sangallese più preziosa è proprio il complesso abbaziale carolingio che l’Unesco ha iscritto nel Patrimonio dell’Umanità, composto dalla Biblioteca in stile alto-barocco – uno degli esempi più belli della sua epoca – e dalla cattedrale, una delle più belle (ed ultime) monumentali chiese abbaziali barocche in Occidente.

Questo luogo in cui troviamo oggi il complesso abbaziale sorse per merito di un irlandese di nome Gallen, arrivato nel 612 nella zona del lago di Costanza con altri monaci (tra cui San Colombano), che si insediò da eremita nei pressi del fiume Steinach in una celletta con una zona di preghiera, i quali furono l’inizio di un piccolo insediamento monastico culminato nei secoli nell’odierno Patrimonio Unesco. Secondo la leggenda Gallen (Gallo) incontrò un orso che viveva in questo luogo selvaggio e che lo aiutò, ubbidendogli, a costruire la sua cella. La sua tomba si trova oggi nella “cripta di Gallo” sotto l’altare maggiore della cattedrale; alla destra del coro vi sono l’altare dedicato al santo con le sue reliquie e una campana di origine irlandese.

Una rarità assoluta conservata in questa abbazia, oltre a manoscritti irlandesi del VII e VIII secolo ed ai codici miniati della Scuola di San Gallo del IX e XI secolo con la storia della Svizzera e dell’impianto del convento, e che è possibile qui visionare solo per pochi secondi in ambiente protetto, è l’unica planimetria dell’epoca (IX secolo) conservata allo stato originario, che rappresenta la progettazione di un convento con tutte le sue necessità.

Nella Biblioteca sono conservati 170mila documenti antichi (400mila volumi totali circa), 1200 anni di storia, una parte dei quali mirabilmente esposti in una grande sala in stile rococò – la più bella della Svizzera – interamente rivestita in legno, così come il pavimento intarsiato, su cui si cammina con le “pattine” e piena di scomparti nascosti.

A proposito di amanuense, pare che quello più famoso, Wandamacher (o simile), abbia scritto 100 pagine in una settimana!

In un angolo trova posto una mummia egizia (700 a.C.), donata nell’Ottocento all’allora sindaco di San Gallo; nella parte opposta, il mappamondo alto 2,3 m che raffigura la mappa celeste (ripresa da stampe di Dűrer) e quella terrestre; è una riproduzione completata solo nel 2009 su concessione del Cantone di Zurigo: l’originale era stato sottratto dalle sue truppe nel 1570 e lì è rimasto.

Pur se col tempo sia stata arricchita con stili diversi – vi si ritrovano quasi tutti i periodi architettonici importanti, dall’alto medioevo allo storicismo – l’abbazia conserva una gradevole unità organica concettuale. All’esterno, ad est della piazza, c’è la Neue Pfalz, sede delle autorità cantonali; a nord vi sono edifici del XIX secolo: l’antico arsenale, la Cappella dei Bambini e degli Angeli Custodi e l’ex scuola cattolica.

La cattedrale (1755-1767), elegante, raffinata e maestosa, è luogo di preghiera e di silenzio, certo, ma quando entri per la prima volta ti trovi a disagio, in difficoltà nel comprenderne la grandiosità e la bellezza, con lo sguardo che non sa dove soffermarsi per primo, indirettamente tessendo le lodi alla grandiosità umana e a quegli artisti non tutti identificati che hanno creato quell’insieme unico ed armonico. Ornata da due altissimi campanili, è arricchita al suo interno da un imponente stallo per il coro con un ciclo di rilievi di J. A. Feuchtmayer sulla vita di San Benedetto, da cui l’attenzione è ribaltata all’imponente cupola affrescata con la comunità celeste dei santi.

Da notare ancora la straordinaria cancellata che porta al coro, che ipnotizza lo sguardo con le sue gradevoli evoluzioni di ferro morbidamente contorto.
Contatti. Klosterhof 6/d, 9000 San Gallo. Tel.: +41 71 227 34 16. tours@stiftsbezirk.ch  (clicca!)

Fonti: visita diretta al complesso; vari siti web; una ricerca del collega Giovanni Bosi, un giornalista che non si limita a guardare e riferire, ma che segue e descrive anche i moti del cuore collegati.
La foto della grande sala della Biblioteca è stata regolarmente autorizzata; foto per la quale ringraziamo Francesca.

Franco Cortese  Notizie in un click