Giovedì 15 settembre, in un piccolo bacino fluviale in provincia di Pesaro, un temporale stazionato per sette ore in zona ha fatto cadere oltre 400 mm, di cui oltre 350 in 4 ore, con un rateo medio quindi di quasi 90 mm/ora.
Un tale rateo di precipitazione per più ore su un bacino idrografico di piccole dimensioni ha inevitabilmente prodotto la piena del torrente uscente dal bacino, anche perché il suolo relativamente asciutto ha limitato fortemente la penetrazione dell’acqua nel terreno, acqua che quindi non ha avuto altra scelta se non confluire nel reticolo idrografico. Purtroppo l’evento ha comportato anche molti danni e alcune vittime. La limitatezza del bacino ha fatto sì che il tutto abbia prodotto un ingrossamento dei fiumi praticamente istantaneo.
Un fenomeno del genere (temporale stazionario) può essere previsto con congruo anticipo? Sì e no, dipende da cosa si intende con previsione. Se la domanda fosse: si poteva prevedere che un temporale in grado di far cadere oltre 350 mm in 4 ore stazionasse per quel tempo nell’area di Cantiano-Sassoferrato? La risposta è: no, nel modo più assoluto (più avanti spiegherò perché).
Se invece la domanda fosse: si poteva prevedere che si formassero temporali nella zona degli Appennini? La risposta è sì. Ed in effetti era stata prevista con largo anticipo la possibilità di temporali anche intensi, prova ne è che la regione Toscana aveva emesso un’allerta arancione e la regione Umbria l’allerta gialla (questo perché i modelli davano come più probabile il verificarsi dei fenomeni sul territorio toscano).



