Una campagna elettorale bellica”. “Deliri febbrili“. “Letta il più imbranato”. Vittorio Feltri a pochi giorni dal voto non rinuncia alle sue pagelle ai leader di una campagna elettorale avvelenata. Nella quale attacchi scomposti si stanno tutt’ora alternando a elucubrazioni puerili.
“Più che una campagna elettorale a me è parsa una campagna bellica, combattuta con ogni genere di arma, propria e impropria, in particolare con lo sparacazzate”.
L’unica tattica – sul banco dei “bocciati” senza appello – ci sono coloro che “hanno tentato non di costruire consenso, bensì di distruggere il consenso di cui godono gli avversari“. Ricorrendo alla manipolazione sistematica, “ talvolta giocando addirittura sporco o cavalcando notizie del tutto prive di fondamento.
Ed evanescenti come quella secondo la quale alcuni partiti italiani avrebbero ricevuto quattrini da Vladimir Putin”.
“Letta dal caviale alla pancetta, mollato pure dall’ecobus”
“Il politico più imbranato è stato senza dubbio Enrico Letta – esordisce il direttore editoriale di Libero-; mollato sul più bello persino dal suo ecobus, cioè il mezzo elettrico selezionato per gli spostamenti da una città all’altra”.
La pagella del peggiore è sua, quella del segretario dem. Del resto, come giudicare il suo oscillare tra “le devianze” e la pancetta? “Enrico, intenzionato ad avvicinare giovani e indecisi, dopo il “viva le devianze” urlato su Twitter ha posto una questione altamente divisiva per gli italiani, ovvero: la carbonara è più buona con il guanciale o con la pancetta?
È così che la sinistra spera di conquistare i cittadini, fingendo di scendere dal piedistallo per sedere a tavola con noi gente comune e gustare, anziché il caviale, la pastasciutta. Peccato che questi tentativi siano poco convincenti, tanto più quando poi accade che il segretario del Pd blatera di patrimoniale in un periodo in cui imprese grandi e piccole e famiglie sono alla canna del gas tra caro bollette e carovita.
Lo scollamento della sinistra dal popolo non si risana con il condimento per i bucatini né tantomeno da un giorno all’altro”.

