Alessandro Cruto: il torinese che inventò la lampadina
ALPIGNANO – Questa è la breve ma importante storia di un genio di casa nostra, Alessandro Cruto (Piossasco 24 maggio 1847- Torino 15 dicembre 1908), che pur non essendo riuscito a produrre il diamante artificiale, sogno da cui era ossessionato – cosa poi riuscita ad altri ma non a lui, anche per gli altissimi costi – divenne comunque famoso, inventando il futuro, per aver scoperto e poi realizzato anche in scala industriale il primo filamento a carbone della lampadina elettrica.
Certo, un tale signor Edison diventò ben più famoso di lui, ma è anche vero che questi ebbe enormi finanziamenti che gli permisero di produrre le sue lampadine su larga scala a prezzi molto più competitivi, cosa che mise fuori mercato la produzione di Cruto; in ogni caso l’inventiva e l’intelligenza del nostro connazionale portarono prima alla scoperta e poi alla realizzazione della lampadina; inoltre, quella di Edison durava poche ore, quella di Cruto fino a 400!
Infatti, nel 1886 ad Alpignano, in via Matteotti 2, la Società Italiana di Elettricità Sistema Cruto fabbricò la sua prima lampadina a filamento di carbone compresso depositato su un filo di platino (idea geniale!). Ciò nacque dopo lunghi studi, molti da autodidatta, e tantissimi esperimenti, anche con l’aiuto dalla facoltà di Fisica dell’Università di Torino che gli mise a disposizione i suoi laboratori.
Dopo vari tentativi, meno di un anno dopo aver assistito la sera del 24 maggio 1879 a Torino ad una conferenza di Galileo Ferraris sulla lampadina prodotta da Edison (che dura solo poche ore e fa una luce giallastra), il 4 marzo 1880 viene accesa la sua prima lampadina elettrica, molto apprezzata non solo per la lunga durata (400 ore circa, appunto) ma anche per la sua luce limpida e chiara, abbagliante!
Nel 1883 la sue lampadine illuminano le vie pubbliche di Piossasco.
Nonostante i primi scarsi finanziamenti ottenuti dopo quell’esperimento, nel 1884, nella Mostra torinese sull’elettricità, la sua lampada ottiene un trionfo, ottenendo, questa volta sì, i finanziamenti necessari per aprire la sua piccola fabbrica di lampadine.
Proprio in occasione della Mostra del 1884 avviene anche la prima trasmissione di corrente elettrica a distanza: la sera del 29 settembre – dopo che Cruto e Galileo Ferraris avevano acceso le 250 lampadine del Padiglione dell’elettricità – un impulso dato dagli stessi padiglioni del Valentino accende una lampadina elettrica prodotta dallo stesso Cruto posta nei locali del Caffè Stazione di Lanzo Torinese, a ben 38 km di distanza, con i fili elettrici necessari installati in collaborazione con la Ferrovia Torino-Ceres.
Nel 1886 con i primi finanziamenti dei soci ed i suoi primi 26 operai – nell’ex mulino “pista” da canapa vicino al ponte sulla Dora – produce circa 1.000 lampadine al giorno, con l’intero ciclo produttivo – bulbi in vetro soffiati con la bocca da mastri vetrai fatti venire da Venezia, filamento, e macchinari necessari – da lui inventato e realizzato.
Il successo è grande, anche all’estero: Parigi, Monaco di Baviera…, ma la potenza economica alle spalle di Edison è grande e lentamente Cruto deve cedere il passo.
Prima, nel 1903, la Società Anonima di Elettricità Sistema Cruto stipula un accordo commerciale con la Società Edison-Clerici di Milano per la vendita in comune delle lampade ad incandescenza prodotte, poi cambia ragione sociale in Società Dora con sede in Genova, ed infine, nel 1910, viene assorbita dalla Società Edison-Clerici. Ciò avviene dopo che Cruto, già nel 1896, aveva lasciato l’azienda, probabilmente per dissapori con i soci.
Società quest’ultima, che nel 1905 aveva iniziato ad Alpignano la produzione delle rinomate lampadine marchiate “Z”, con i relativi brevettati filamenti. Per iniziativa dell’ingegner Carlo Clerici una grande trafileria viene impiantata nello stabilimento superiore ed i filamenti pressati di Alpignano saranno ricercatissimi in tutta Europa.
La piccola fabbrica di Cruto intanto si riconverte nella produzione di batterie per auto elettriche, ma lui preferisce isolarsi nei suoi studi, abbandonando tutto.
Nel 1922 però lo stabilimento di Alpignano chiude per la grave crisi industriale di quel periodo: la Società Edison-Clerici porta tutto a Milano e il complesso di Alpignano è posto in vendita. L’incarico di vendere gli stabilimenti venne affidato all’ingegner Silvio Marietti, direttore della Società. L’acquisto del complesso di Alpignano fu deciso dalla Philips il 22 giugno 1927, con l’intento di impiantare una prima fabbrica in Italia. Dopo avere ammodernato le linee di produzione, riprende l’attività con 300 operai, di cui 250 donne: nel 1928 lo stabilimento Cruto risorge a nuova vita, con la produzione della prima lampada ad incandescenza Philips.
Due sintetici suoi pensieri
«…Per dare un’idea dell’essere mio basta il sapere che io non ho fatto corso regolare di studi. Compii le scuole elementari a Piossasco, poscia mio padre volendomi far istruire in modo che riuscissi un discreto capomastro;…».
«…Il nostro potere e perché noi uomini dotati di sì sublime dote non consacriamo la nostra esistenza a sì nobile meta? Si da questo istante la mia esistenza sarà consacrata unicamente a svellere i segreti della natura.».
Alcune interessanti curiosità. Come abbiamo detto, il 24 maggio 1847 nasce a Piossasco Alessandro Cruto; pure, nello stesso anno, nascono altre due persone, che influenzeranno decisamente il suo destino. A Milan nello stato dell’Ohio l’11 febbraio era nato Alva Thomas Edison e a Livorno Piemonte (oggi Livorno Ferraris) il 30 ottobre nascerà Galileo Ferraris, che avrà notevole influenza su di lui e gli fornirà indirettamente molti spunti ed idee che lo porteranno poi alla scoperta del filamento ottimale per realizzare la lampada ad incandescenza.
La prima luce artificiale, il fuoco, fu un dono di Prometeo agli uomini a rischio della vita, 1.000.000 – 600 a.C., poi la nascita/scoperta della candela, 600 – 200 a. C., con il suo “rivoluzionario” e semplice stoppino, quindi i primi esperimenti per la pubblica utilità.
Solo “recentemente”, nel 1667, troviamo Parigi, la ville lumière, la prima città che si servì dell’illuminazione pubblica, con 1.000 lanterne di sego. La prima comunità italiana illuminata fu invece Torino per volontà di Madama Reale, Maria Giovanna Battista di Savoia.
Per iniziativa di alcuni volontari nel 2004 è stato inaugurato l’Ecomuseo ”Sogno di Luce” che celebra la scoperta di Cruto e cerca di rendergli la notorietà che gli spetta.
L’ex opificio, esattamente l’ampio salone dove lavoravano le ragazze al montaggio delle lampadine, oggi ospita il museo.
Esso espone non solo lampadine e lampade anche di squisita fattura e “vintage”, ma pure macchinari, apparecchiature, strumenti, documenti, oggetti d’epoca ed accessori che, in uno scenario suggestivo e ricco di stimoli, si sviluppa lungo tre percorsi.
Bisogna dare atto che gran parte dell’ampio corredo di lampade e strumenti scientifici o di lavoro è appartenuto e proviene da anni di ricerca di Mario Broglino, già dirigente dell’AMT di Torino, diventato primo direttore tecnico del Museo, mentre altri provengono dall’Istituto Galileo Ferraris, dal Museo della Scienza e della Tecnica di Milano e dalla Scuola elettrotecnica Alessandro Volta di Torino.
Durante l’anno l’Associazione Amici dell’Ecomuseo (già ex Anziani Philips) propone eventi, mostre ed attività didattiche che ampliano il programma di aperture standard ed è disponibile, su prenotazione, a ospitare gruppi e scuole con laboratori scientifici.
In questo periodo il Museo è chiuso; i volontari dicono che la data di riapertura apparirà sul sito omonimo. Ad ogni modo gli orari sono: ogni giovedì dalle 15:00 alle 18:00. Prima domenica del mese dalle 15:00 alle 18:00. Ultimo ingresso 17:45; su richiesta per scuole e gruppi. Via G. Matteotti 2, 10091 Alpignano TO.
Il museo è raggiungibile e visitabile in carrozzina.
Sono disponibili area neo mamme e servizi specifici, area ludica bimbi; come meglio specificato nella pagina informazioni su: www.ecomuseocruto.it
+(39) 370 135 2596 info@ecomuseocruto.it
Fonti: varie, e numerosi siti in Rete, tra cui quello ufficiale dell’eco museo.
La foto è dello scrivente.
Franco Cortese Notizie in un click



