Se il M5S fosse rimasto all’opposizione del governo Draghi oggi sarebbe il primo partito

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Se il Movimento 5 Stelle fosse rimasto all’opposizione anziché con Draghi e se avesse abbracciato i temi del lavoro e della povertà come nell’ultimo mese, ora sarebbe il primo partito in Italia”.
Il partito di Conte, che molti opinionisti davano per finito solo alcuni mesi fa, con la fuoriuscita di Luigi Di Maio e alcune dichiarazioni infelici di Grillo ha potuto fondarsi su 3 fattori:
L’accentuarsi della povertà che conta 14 milioni tra precari e persone in difficoltà, il disinteresse del Pd nei confronti dei poveri e la personalità carismatica di Conte.
Da anni il Pd si è spostato al centro e ha lasciato una vasta prateria a sx, un’eredità che il M5S deve raccogliere, diventando “il partito leader della sinistra con un modello di società del tutto nuovo e originale, portando nel proprio alveo le varie schegge della sinistra, disperse ormai in ogni formazione politica.
Operai, precari e sfruttati si sono astenuti. Oppure hanno indirizzato il proprio voto un po’ su tutti i partiti; con il M5S che avrebbe performato ancora meglio se avesse iniziato prima a rivolgersi a questo elettorato.
“E comunque è stato l’unico partito che ha fatto qualcosa per loro”.
Il Movimento di Conte non ha intercettato solo i percettori del reddito di cittadinanza, ma ha rappresentato l’unica alternativa concreta a una visione di politica economica che non si illuda che per creare lavoro si debba necessariamente puntare sulla crescita.
Riduzione dell’orario di lavoro a parità salariale e salario minimo garantito appartengono a una visione socialdemocratica che non ha trovato espressione nel Pd.
Sul reddito di cittadinanza, che Giorgia Meloni ha intenzione di abolire, scommetto che il nuovo governo lo riprenderà, cambiandone il nome, ma non potrà toglierlo, disinteressandosi di 14 milioni di persone in povertà.
Se nel nuovo governo preverrà la politica economica di FdI orientata allo statalismo di impostazione fascista, è probabile che le disparità si riducano a meno che non prevalgano Lega e Forza Italia, di impianto neoliberista”.