NON SOLO PUBBLICO: IL BOOM DEL DEBITO PRIVATO HA MESSO LE GANASCE SU 200.000 PENSIONI

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La professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, pro-rettrice all’università Cattolica di Milano di cui dirige l’osservatorio, di recente costituzione, sull’analisi del debito privato: “Serve un’educazione finanziaria dinamica per prevenire e gestire il sovra indebitamento anche attraverso la piena conoscenza degli strumenti legislativi e legali in vigore, e ciò al fine di contemperare l’interesse del debitore a tornare a una condizione di sostenibilità economica, con quello del creditore a essere ripagato ragionevolmente, e di scongiurare il ricorso ai prestiti a usura dietro ai quali spesso si celano le organizzazioni criminali

Governo e Parlamento, grazie a una proposta che ci ha visto tra i sostenitori, hanno innalzato a mille euro mensili la soglia sotto la quale non è possibile procedere a pignoramenti”.

In Italia, il futuro Governo Meloni dovrà affrontare non soltanto la questione del debito pubblico, salito in misura eccezionale per effetto degli scostamenti deliberati dal governo Conte bis per (cercare di) fare fronte agli effetti economici recessivi della pandemia, ma altresì e in modo contestuale la bolla, altrettanto pericolosa, delle passività accumulate da un crescente numero di cittadini, famiglie e imprenditori. Sebbene le due grandezze siano in qualche modo collegate: la necessità di fronteggiare l’onere di ripagare il passivo dello Stato porta a ridurre tutta una serie di servizi pubblici rendendo gli stessi più onerosi e non più mutuabili, e portando un numero crescente di famiglie, soprattutto pensionati e dipendenti e lavoratori autonomi marginali, a contrarre nuovi o maggiori debiti per fronteggiare spese non voluttuarie ma di normale e non ulteriormente comprimibile sostentamento personale e familiare.

Una condizione, questa, emersa con prepotenza nel corso del 2020, con il confinamento domiciliare degli Italiani nel tentativo di contrastare la diffusione del coronavirus.

“L’educazione finanziaria – ha spiegato la direttrice dell’osservatorio in una recente intervista – va promossa in forma dinamica, che dalla conoscenza di base delle parole dell’economia e della finanza si sviluppi verso la consapevolezza della propria condizione economica in senso prospettico, tale quindi da consentire al cittadino interessato di discernere ciò per cui vale la pena di indebitarsi in rapporto alla propria vicenda reddituale e patrimoniale. L’educazione debitoria è pertanto parte dell’educazione finanziaria”.

Da questi assunti di partenza, una linea di indirizzo per il futuro nascendo governo scaturito dall’esito del voto politico anticipato dello scorso 25 settembre: “Il nuovo Esecutivo, secondo il nostro osservatorio, dovrebbe inserire tra le proprie prime priorità un intervento che seriamente scongiuri il rischio di uno scenario in cui sempre più persone indebitate si rivolgano alla criminalità che pratica l’usura. Le esperienze del passato, spesso drammatiche, indicano infatti che quando le maglie criminali si stringono intorno all’economia legale, contrastare le stesse diventa molto difficile”.

Certamente l’aumento del costo della vita e i rincari delle bollette portano con sé questa eventualità, ossia la spinta a richiedere prestiti per fronteggiare le crescenti spese correnti: con la conseguenza che, se non sarà il nuovo Parlamento ad autorizzare ulteriori scostamenti di bilancio pubblico, dovranno essere i nuclei familiari a procedere a scostamenti sui propri bilanci domestici.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI