DISASTRO BOLLETTE OLTRE IL RADDOPPIO E TASSI PIÙ SALATI: 65 MILIARDI CERCANSI

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Alla fine dei conti e alla vigilia dello scoccare ufficiale dell’autunno, la tenaglia pare stringersi fatale intorno all’economia domestica e aziendale diffusa del nostro Paese

Poco fa, le agenzie di stampa hanno divulgato la notizia secondo la quale, a causa delle quotazioni perduranti sul mercato olandese, la principale piazza di riferimento per la quotazione e la formazione del prezzo del gas, le tariffe al dettaglio dovute per quest’ultimo, e destinate a riversarsi sulle bollette in arrivo nelle case delle famiglie italiane, assumerebbero aumenti medi fino al 120 per cento.

In parallelo, con l’accordo dei Banchieri centrali degli Stati dell’Eurozona, il mese alle porte che segna l’avvio autunnale porterebbe in dote con sé la decisione della BCE di Francoforte per tassi di sconto più elevati, corrispondenti cioè a un ulteriore rincaro del costo del denaro con l’obiettivo, più volte annunciato dalla presidente Christine Lagarde, di disinnescare l’inflazione dovuta a fattori più che altro di importazione.

Insomma, non vi è pace per il vecchio Continente le cui Istituzioni comunitarie appaiono costantemente divise sul da farsi per arginare la speculazione intorno ai meccanismi che determinano il valore del gas sfruttando cinicamente gli effetti della guerra russa in Ucraina e le difficoltà di diversificazione degli approvvigionamenti energetici. La commissione von der Leyen sembra non riuscire a condurre in porto il provvedimento volto a sospendere per eccessi rialzisti gli andamenti del mercato di Amsterdam, stante il veto olandese, mentre la Germania continua a esitare sul punto poiché è sempre riuscita, negli acquisti massivi di metano, a spuntare in via autonoma condizioni più favorevoli di quelle praticate all’Italia.

La quale, con il Premier dimissionario Mario Draghi, fin dallo scorso mese di febbraio aveva proposto un calmiere europeo, e lo stesso si accinge a proporre Giorgia Meloni sempre più vicina a palazzo Chigi dopo il voto del 25 settembre scorso.

Draghi lascia in dote ai suoi successori una disponibilità aggiuntiva di almeno dieci miliardi di euro, ma secondo i calcoli di Guido Crosetto, ideologo e tra i principali consiglieri di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia, ne serviranno almeno 65 per arginare i rincari in imminente arrivo: l’ex sottosegretario alla difesa dell’ultimo Governo Berlusconi, e prossimo ministro della nuova compagine di destra centro, indica una soluzione nell’utilizzo dei fondi UE in precedenza assegnati all’Italia ma non ancora spesi e in una quota di quelli del Pnrr destinati alla transizione ecologica ed energetica.

In parallelo, soprattutto le aziende aumenteranno la richiesta, alle Banche, di affidamenti in conto cassa per fare fronte alle conseguenze delle più onerose bollette e disporre di maggiore liquidità per il pagamento delle stesse per non dover sospendere i processi produttivi, e quindi la garanzia sovrana per questo istituita da Draghi con l’ultima versione del decreto aiuti potrebbe non bastare e richiedere un rinforzo finanziario.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI