Altra settimana volatile sui mercati

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La settimana è iniziata con un tono piuttosto movimentato, con i mercati resi febbrili da una serie di fattori che vanno dall’esplosione dei tassi UK (la cui origine è da ricercarsi nel piano di tagli alle tasse per famiglie e imprese varato dal Primo Ministro Liz Truss), con contagio a quelli europei e americani, ai sabotaggi del gasdotto Nord Stream 1 e 2 per finire con le minacce di sospensione dei flussi di gas residui in arrivo dall’Ucraina per uno scontro tra Gazprom e la società di distribuzione Naftogaz

Sui mercati è proseguita una fortissima pressione globale sui rendimenti che ha alimentato un’ondata di avversione al rischio: la forza dei rendimenti è stata tale da mettere a rischio la stabilità dei fondi pensioni UK che, pieni di Gilt a lunghissima scadenza, hanno visto crescere un pericoloso sbilancio fra il valore degli assets (in caduta) e le obbligazioni cui devono far fronte (date dallo stock di pensionati che servono). Il Gilt 30 anni è arrivato a superare la soglia del 5% tanto per dare un’idea della salita.

In Cina la People Bank of China (PBOC) è sempre più preoccupata della situazione dello yuan che con il suo continuo calo rischia di innescare una fuga di capitali. Sono stati dati degli avvisi nei confronti di chi scommette sul cambio e sono state invitate le principali banche a rafforzare il tasso di fixing ufficiale. Il nocciolo della questione è che la debolezza della divisa potrebbe ostacolare ulteriori mosse di allentamento monetario della banca centrale, utili per risollevare il ciclo e di cui l’economia cinese, già alle prese con la forte crisi immobiliare, ha disperatamente bisogno.

Un’ulteriore scossa al sentiment generale è stata data dalle indiscrezioni secondo cui Apple avrebbe deciso di fermare l’aumento della produzione di smartphone a causa della domanda inferiore alle attese, una notizia che ha pesato anche su borse come Taiwan, Seul, e i semiconduttori in generale.