La culla del boom economico lo diventa per le morosità
La Lombardia, dopo essere salita sul podio poco lusinghiero del “caro affitti”, con una serie di cronache puntuali che hanno confermato la non sostenibilità dei prezzi dei canoni di locazione residenziale, ha conquistato ufficialmente il primato di regione locomotiva in fatto di livello raggiunto negli importi medi delle bollette di luce e gas.
La ricerca è stata condotta dalla società demoscopica e di telemarketing Facile.it, specializzata nella comparazione dei livelli tariffari vigenti fra le diverse regioni dello Stivale e, nel contesto della singola realtà regionale, fra le varie aree provinciali.
L’esito è presto servito: nel corso del 2022, la spesa media per ogni utente domestico lombardo è stata di oltre 1600 euro, sia per poter fruire dell’elettricità, sia per poter beneficiare del teleriscaldamento.
I rincari sono stati rispettivamente del 108 e del 57 per cento, in quest’ultimo caso paragonabili solo a quelli verificatisi nel Trentino Alto Adige e nell’Emilia Romagna.
L’indagine comparativa di Facile.it fa riferimento al sistema tariffario determinato con il regime della maggiore tutela, la cui determinazione rientra nella competenza dell’autorità nazionale indipendente di regolazione ARERA.
Partendo dalla classifica relativa ai consumi elettrici e alle corrispondenti fatture notificate alle famiglie, la provincia più onerosa si rivela essere Mantova, quella con consumi più moderati e una bolletta più bassa della media è Milano: la forbice oscilla da oltre 1600 euro a poco meno di 1300.
Un dato emblematico, poiché indica come nonostante i reiterati interventi del Governo Draghi e del successore Giorgia Meloni per ridurre – con bonus una tantum e alleggerimento degli oneri di sistema – i costi al dettaglio per le utenze famigliari italiane, queste ultime abbiano dovuto nei fatti “devolvere” in definitiva una mensilità o più del proprio stipendio o pensione.
Sul secondo versante dei consumi e della spesa monetaria per il riscaldamento e per il funzionamento dei fornelli, in cima alla classifica lombarda spicca la provincia di Como dove il conto medio per nucleo è stato, nei dodici mesi del 2022, di 1931 euro, mentre a chiudere la graduatoria è ancora una volta Milano con 1444 euro.
Gli effetti dei rincari avvenuti dallo scoppio della guerra russa in Ucraina a tutt’oggi, continueranno a farsi sentire per diverso tempo ancora, anche nel caso in cui gli importi medi avessero a scendere dalla prossima primavera per effetto del tetto europeo imposto al prezzo del gas da importazione e in virtù dell’accelerazione amministrativa decisa per i progetti di integrazione della capacità generativa da fonti rinnovabili.
La scelta del governo Meloni di non voler procedere a moratorie sulle bollette insolute, come era stato promesso in un primo momento, né a scostamenti di bilancio per aumentare la quota di intervento statale a copertura del prezzo finale della bolletta, ha infatti lasciato libero arbitrio alle società di fornitura di procedere ad azioni di distacco nei confronti di singole utenze abitative così come di interi complessi condominiali.
Negli ultimi nove mesi di osservazione – conclude l’indagine di Facile.it – si stimano in 830.000 le utenze lombarde che hanno lasciato insoluta una o più fatture elettriche o del riscaldamento; mentre sono 350.000 le famiglie residenti in Lombardia che non hanno fatto fronte ad almeno una scadenza delle spese energetiche di condominio, e per i mesi a venire sono previsti altri 438.000 insoluti se la spirale dei rincari non dovesse attenuarsi o se gli interventi calmieratori, peraltro tardivi, di Unione Europea e governo di Roma non sortissero effetti immediati.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




