Fate presto! È oramai il timbro dell’approssimarsi del burrone, quando c’è qualcosa di tremendamente pericoloso e l’assillo del tempo incombe sui destini di imprese, posti di lavoro. Stavolta (come altre volte in passato) di un settore vitale per l’economia italiana, l’edilizia e con essa il mercato immobiliare
Così come il destino dei beni su cui molti proprietari hanno investito. L’ha detto, qualche giorno fa, Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia: se non si risolve l’incaglio dei crediti del Superbonus 110%, molti proprietari saranno costretti a vendere il loro immobile. E poi c’è il dato produttivo-occupazionale, messo nero su bianco da Confartigianato: «Sono a rischio 47mila imprese e 173mila posti di lavoro».
In precedenza, era stato Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, ad evidenziare l’allarme: «Migliaia di cantieri rischiano di fermarsi».
ll governo ha ereditato tutta la complessità della situazione, ma in questo momento la tempistica è decisiva perché decisivo è tutelare questo novero di famiglie ed imprese dopo un sostanziale avvio positivo di politica economica nei primi tre mesi, dove sono stati evitati autunno caldo e sconquassi sul piano sociale, ed è stata in campo un’azione comunitaria efficace che ha portato all’introduzione, in campo europeo, del tetto al prezzo del gas.


