Le giravolte della sedicente sovranista

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La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli”. Sono le parole che il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha pronunciato poche ore dopo la strage di Crotone. Parole per qualcuno (pochi) condivisibili e per altri (molti) fuori dalla realtà

Alcuni giorni fa ho visitato i campi profughi nel nord della Siria colpiti dal devastante terremoto che ha provocato, ad oggi, quasi 50.000 morti. Ebbene, se io vivessi in uno di questi campi e ancor di più se ci vivessi con i miei figli, tenterei la fuga. Perché fuggire da una “non-vita”, anche attraverso rotte rischiosissime, ha a che fare il sacrosanto diritto alla vita, o, quantomeno, ad una sopravvivenza più dignitosa.

Tutto ciò, evidentemente, Piantedosi lo ignora ma il punto non è questo. Dal 22 ottobre, ovvero da quando il governo Meloni è in carica, per l’ennesima volta, si discute di dichiarazioni. Prima le frasi di Donzelli rivolte alla Camera ai parlamentari del PD, poi le battute del Presidente del Senato La Russa sull’ipotesi di un figlio omosessuale, poi le reazioni del ministro dell’Istruzione Valditara ad una lettera scritta da una preside di un liceo di Firenze. Da oltre quattro mesi la pubblica opinione discute su parole – spesso colpevolmente in libertà – quando dovrebbe concentrarsi sui fatti o sull’assenza di questi.

Tra l’altro temo che le continue polemiche sulle frasi pronunciate da ministri, sottosegretari e parlamentari governativi, sebbene gettino ombre sul valore della classe dirigente scelta dalla Meloni, in realtà non siano del tutto sgradite dalle parti di Palazzo Chigi. Meglio disquisire di chiacchiere che di giravolte meloniane.

Al contrario, se si intende davvero opporsi al governo, sarebbe più utile rammentare alla pubblica opinione le innumerevoli inversioni a U fatte in soli quattro mesi di governo da colei che è arrivata al potere in virtù della sua presunta (o sedicente) coerenza.

ALESSANDRO DI BATTISTA